Vladek Turnadrom
Ci sono persone convinte che chi ha un passato avventuroso, misterioso o, più semplicemente, lungo, viva la maggior parte del suo tempo perso nei ricordi. Che idiozia. Chi ha vissuto per lungo tempo ha tanti ricordi, certo, ma ha anche imparato a godersi il presente e plasmare il futuro, cosa che prende parecchio tempo. Vladek non faceva eccezione, anzi: lui passava praticamente tutto il suo tempo a prepararsi al futuro. Il passato, per lui, era... Bè, passato.
Ciononostante, quella mattina aveva avvertito qualcosa di strano, nell'aria. Qualcosa che gli aveva riportato in mente i vecchi tempi, quando era un semplice Assassino. Non c'era nostalgia, in quei ricordi; era come se il suo cervello stesse prendendo solo ora atto delle azioni passate. Ma perchè?
Passò del tempo a chiederselo. Poco, in verità, circa una mezz'ora. La risposta gli giunse velocemente.
C'era una vibrazione, nell'aria. Qualcosa come... Come una forte emissione di energia magica. La magia, come tragicamente pochi sapevano, non era poi così diversa dall'energia atomica; emanava radiazioni, che potevano anche essere pericolose, per chi non sapesse trattarle. e ora, da qualche parte, qualcuno stava emettendo abbastanza energia magica da causare una fuoriuscita magico-radioattiva che si avvertiva da... Un continente di distanza?
Si concentrò bene, e si rese conto che sì, l'origine era effettivamente a Galbadia. Nel sud, quindi abbastanza vicino a Centra, ma anche così la magia che permeava l'area era sicuramente ingente. Non riusciva ad immaginare cosa stesse succedendo, lì.
E, per questo motivo, ci andò subito. Da solo. C'era il rischio che i suoi sottoposti venissero colpiti dall'avvelenamento di radiazioni magico, e non sarebbe stato affatto gradevole.
Era questo il motivo per cui ora si trovava in mezzo alle rovine di una città che pareva aver visto una guerra imperversare tra i propri edifici. Si guardò intorno. Una leggera nebbia dava un vago aspetto spettrale al posto, ma Vladek, abituato alla Fortezza (che più che spettrale era letteralmente infernale) non ci fece troppo caso.
Rimase fermo, poco oltre l'ingresso est della città, ad esaminare il luogo. Voleva avere almeno un'idea del luogo in cui si trovava, prima di muoversi.