Colloquio acquatico.

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view post Posted on 11/9/2011, 14:02
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Aaliyah Clacher

" Non ti sta seguendo. "
" Ho bisogno di una doccia. "

Aaliyah Clacher non era una donna che curava particolarmente il suo aspetto estetico, non impallidiva se le si sporcavano i capelli o se la sua pelle non profumava di rose. Apprezzava però la doccia dopo l'allenamento, per una questione puramente pratica e col tempo era diventata una necessità.
La recluta, comunque, dopo il primo momento di défaillance le era corsa dietro raggiungendola.
« Sentiamo, Erik. Come mai sei qui? »
Alla donna era lasciata la scelta sul come intendere il qui tra Jumalulu, Garden o Garden di Galbadia nello specifico.
" Sicura che non se la prenderà per il soprannome? "
" Prima di tutto bisogna vedere se comprende il collegamento. Poi, chissà, nel caso, quanto ci impiegherà per trovare il coraggio di domandare. "
" Hai intenzione di portartela in camera? "
" Se non dimostra di avere un super udito che le faccia sentire quello che le chiederò dalla doccia, sì. "
" I soldati spettegoleranno. "
" Ho sempre desiderato un esercito di zitelle pettengole. "

Intanto si camminava lungo il corridoio che conduceva alle camere. Ronah avrebbe potuto ammirare il Garden senza però che la preside si preoccupasse di spiegarle alcunché. Poverina, sarebbe stata più fortunata se fosse incappata in Zack.
 
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view post Posted on 11/9/2011, 19:31
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Di nuovo Erik. Non che le desse fastidio un nome da uomo, per carità, ma perché affibbiargliene di sana pianta uno nuovo quando ne aveva già uno suo, ampliamente collaudato? Decise, per ora, di assecondare questa stranezza della preside, avendo ormai capito che si riferiva a lei e non avendo bisogno di altre conferme. Parve pensarci un poco prima di rispondere. Nel frattempo stava guardandosi attorno per memorizzare bene il percorso e riuscire a ritrovare in seguito la strada senza bisogno di importunare terzi per chiedere indicazioni. La Clacher non sembrava curarsi di spiegazioni o presentazioni, aveva come unica priorità se stessa e Ronah appariva, chiaramente, come un dettaglio di poco conto e solo vagamente significante. La rossa capiva bene. In fondo nemmeno faceva ancora parte del suo Garden, era più che logico che non perdesse il proprio tempo a farle da balia.

Rimase sempre un po’ più indietro della preside, soprattutto per lasciarsi guidare. Le si affiancò unicamente per parlarle, spostandosi alla sua sinistra per poterla guardare meglio. Si schiarì la voce.

Sono qui perché vorrei diventare una SeeD, signora.

Si limitò a dire. Non accennò al fatto di essere già stata nell’esercito, questo la Clacher poteva anche averlo capito da sola, non la reputava indubbiamente una stupida. Non le era nemmeno stato richiesto, tutto sommato: se le avesse posto una domanda inerente non si sarebbe tirata indietro per chiarire ogni suo dubbio al riguardo.
 
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view post Posted on 11/9/2011, 20:19
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Aaliyah Clacher

Ridacchiò nel sentirsi chiamare "signora". Niente, non riusciva ad abituarcisi. A sentirsi appellare come "preside" ancora ancora (ringraziando Zack che la chiamava sempre così nonostante l'amicizia che li legava), ma "signora"... Il concetto di "signora" come persona a cui portar rispetto per mera gerarchia non le entrava in testa.
" Non stai dando una bella presentazione di te stessa. "
" Non devo piacerle per forza. "
" Nascondi troppo le tue buone qualità. "
" Ma che dici? I muscoli sono in bella vista. E pure le tette. "

Eden rinunciò al discorso, vista la piega comica che questo stava prendendo per colpa di Aaliyah. La donna, infatti, non aveva assolutamente voglia di parlare di come appariva agli altri perché, fondamentalmente, non le importava. E così, nonostante sarebbe senza ombra di dubbio accorsa per salvare la vita a un suo soldato se avesse potuto, sembrava solo una sbruffona egoista.
« Ma va? »
Il tono era canzonatorio oltre ogni limite ma la recluta se l'era guadagnato. Se vuoi arruolarti in un Garden è ovvio che vuoi diventare SeeD. La domanda era più profonda.
« Dimmi qualcosa che non so. »
Intanto erano arrivate ad una stanza. Aaliyah estrasse dalla tasca una IDcard e la passò sul meccanismo. L'uscio si aprì e la preside invitò la donna con un gesto della mano a seguirla. La camera era quella privata della preside. C'era solo un letto, con a fianco una scrivania. Verso sinistra si vedeva un'altra porta dalla quale si intravedeva il bagno. In sostanza tutto era spartano e poco personalizzato.
 
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view post Posted on 11/9/2011, 21:47
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Sorrise alla ben poco velata presa in giro della preside. Voleva sentirsi dire altro, evidentemente, ma non era ciò che le aveva chiesto. Aveva ottenuto una risposta ovvia per una domanda che aveva tutta l’aria di essere altrettanto ovvia. Desiderava sapere qualcosa in più su di lei che non si spiegasse già da solo con i semplici fatti. Ronah non credeva che, però, nulla di quello che aveva da raccontare avrebbe interessato la Clacher, o forse si illudeva solo di potersi risparmiare una trafila di dettagli che infastidivano lei stessa.

Mentre raccoglieva le idee, lasciò che la preside aprisse una porta con una card e le facesse cenno di entrare. Non appena mosse il primo passo all’interno, capì che la stanza era già stata assegnata a qualcuno, forse proprio alla stessa Clacher. Tutto sommato l’ambiente non dispiaceva alla rossa: arredamento semplice, niente lusso né comodità superflue. Paradossalmente lo trovava molto accogliente proprio perché modesto. Incerta sul da farsi, chiuse la porta alle proprie spalle e decise di rispondere ancora, sperando invano che le domande terminassero presto. L’agitazione era evidente, ma cercò di mascherarla rifiutando l’impulso di incrociare le braccia di fronte alla preside in segno di difesa e tentando di non restare troppo rigida.

Sono stata un mercenario, ma ho avuto di che discutere col mio capo. Anche per colpa di questo.

Tamburellò un paio di volte sulla maschera con le dita, facendo schioccare il metallo al contatto.

Sono dovuta andare via, e ho pensato di arruolarmi qui.

Non stava mentendo, ma era chiaro come il sole che stesse cercando di indorare la pillola per non dare subito una pessima immagine di sé. Forse, però, quella mossa avrebbe avuto l’effetto contrario.
 
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view post Posted on 24/9/2011, 16:04
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Aaliyah Clacher

Una volta ottenuta la risposta, Aaliyah prese a spogliarsi, incurante del fatto che non era sola.
« Spero non ti scandalizzerai ma ho bisogno di una doccia, colloquio o meno. »
" Esibizionista. "
" Puritana. "

« Come mai hai discusso col tuo capo per la maschera? Non gli piaceva? »
La maschera che copriva metà del volto dell'ex mercenaria era decisamente ben fatta, sicuramente mani esperte l'avevano forgiata. Sì, quello era il massimo di commento che si sarebbe potuto ottenere da una donna come Aaliyah riguardo un oggetto del genere. Come si faceva a discutere su una cosa come quella? A meno che non avessero avuto problemi con un metaldetector, non le venivano in mente motivi validi per discutere su una maschera.
« Io la trovo ben fatta. »
A petto nudo, si diresse verso il bagno, aprendo l'acqua affinché si scaldasse un po'. Tornò quindi in camera, sempre incurante di qualsiasi effetto potesse provocare in Ronah. La donna avrebbe potuto notare sulle braccia e le mani della preside una numerosa serie di cicatrici da ustione, coperte precedentemente dai guanti. Anche il seno era stato più volte bruciato, anche se le ferite erano state meno gravi. Si levò quindi gli anfibi.
« Chi l'ha forgiata? »
Fu la volta dei pantaloni, lasciando la blacksmith in slip blu. Sciolse i capelli, lasciandoli posati sulle spalle.
 
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