Il giorno dell'Ascensione.

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view post Posted on 14/4/2011, 14:50
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Il giorno dell'Ascensione era giunto e questi si ripeteva solo ogni 26 anni. Era la festa sacra al dio Voldr Katendruma, divinità unica del popolo dei Voldri, abitanti sotterranei del nord di Trabia. Per loro l'apertura del Lunatic Pandora era stato solo un segno del dio, scontento dell'andamento della situazione. Questo avvenimento, comunque, li rese ancora più convinti che Voldr Katendruma andava placato e che rendergli una concubina avrebbe risolto il problema per un certo periodo.
Il popolo si riunì, agghindato con gli abiti da cerimonia. Esso formò un lungo corteo davanti al quale c'era una portantina sorretta da quattro sacerdoti e guidata da un quinto, il Massimo Pontefice, colui che più si avvicinava al dio. La processione procedeva lenta lungo delle vie sotterranee intagliate nella roccia nera e illuminate da fiaccole. L'aria era impregnata d'incenso e i Voldri cantavano una litania continua, piatta, che si adattava più a una preghiera satanica che a una divina. La marcia durò diversi minuti, fino a quando non giunsero in una stanza circolare di circa 50 metri di raggio, sempre intagliata nella roccia. Si apriva in alto verso la superficie, tanto che vi si poteva scorgere il cielo, nero pece e illuminato dalle stelle e dalla luna piena.
La portantina avanzò fino al centro della stanza, mentre gli altri adepti si sparsero lungo le pareti, formando un cerchio umano attorno al Massimo Pontefice. Questi fece posare al suolo la portantina e fece disporre gli altri quatto sacerdoti a quadrato intorno all'altare lapideo. Scostò le tendine della portantina e porse la mano ad una donna, agghindata da cerimonia e col viso coperto da un velo di seta bianca, che impediva a tutti di riconoscerne la fisionomia, nonostante ogni abitante dei Voldri sapesse perfettamente chi si nascondeva dietro quel velo. La figura scese dalla portantina e, accompagnata dall'uomo, si sedette delicatamente sull'altare, per poi stendersi, con la gonna che le copriva completamente i piedi, gioielli vari che le abbellivano collo e polsi, le braccia nude distese lungo i fianchi e il viso e i capelli sempre nascosti dalla seta.


Edited by Poeta‚ - 14/4/2011, 22:01
 
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view post Posted on 14/4/2011, 20:38
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Vladek Turnadrom

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Non è cuioso come, durante una manifestazione religiosa, così poche persone guardino verso l'alto? Per essere fedeli, paiono avere poca fede. Questo, tuttavia, tornava utile.
Vladek aveva rintracciato la cittadina sotterranea, quindi aveva raccolto le informazioni che gli servivano. Ci sarebbe stata una qualche manifestazione religiosa (non s diede la pena di sapere che manifestazione fosse, nè a chi fosse dedicata), e lui sarebbe stato lì. Non esattamente lì, in effetti.
Vladek era sopra la grande sala, sul bordo del cratere che la illuminava, ed osservava il movimento di tutti quelli che prendevano parte al rito. Prestava molta attenzione al sacerdote (chissà come lo chiamavano, qui), però, perchè quello era il suo obbiettivo. Il motivo per cui era arrivato fin lì. L'uomo che non avrebbe visto l'alba del giorno seguente.
Vladek aveva svariati nascondigli, in giro per il momento, uno dei quali a nord di Trabia, poco lontano da lì. Ci era tornato poco tempo prima, e aveva scoperto di essere stato derubato: qualcuno gli aveva preso un libro e una daga intarsiata.
Ora, quegli oggetti non erano, ovviamente, di valore, altrimenti non li avrebbe mai lasciati lì, ma il punto era che nessuno derubava Vladek Turnadrom. Aveva quindi rintracciato il perpetratore di detta ruberia, e, scopertone l'identita, lo aveva seguito fin'ora. Un sacerdote ladro. Perchè non era stupito?
Quell'uomo avrebbe pagato, quello sì, ma non subito. No, voleva attendere ancora un poco. Non tanto per questioni di vendetta, quanto per il fatto che, se le sue idee su quei tipi di riti non erano del tutto errate, ci sarebbe stato un momento in cui il suo obbiettivo si sarebbe fermato. Quello sarebbe stato il momento migliore per colpire.
E così attendeva. Sapeva che mancava poco, a quel momento. E sapeva che lo avrebbe sfruttato.
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view post Posted on 14/4/2011, 21:14
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Il brusio dato dalla preghiera dei Voldri si interruppe a un cenno del Massimo Pontefice. Gli altro quattro funzionari religiosi si inginocchiarono e così fecero poi anche le altre persone presenti. Il pontefice ancora in piedi, un uomo sulla cinquantina, stempiato e con un espressione truce sul volto, alzò le mani e lo sguardo al cielo, rivolgendosi verso il buco nella roccia.
« Grande Voldr Katendruma, oggi celebriamo la Tua Ascensione. Ogni due decadi, un lustro e un anno Tu scendi tra noi umili Tuoi seguaci e ci doni gioia e prosperità. Per ringraziarTi di tali privilegi che ci concedi, quest'oggi ti renderemo una delle Tue concubine. Ci hai fatto dono della dea minore del Giglio quando hai permesso che si reincarnasse nel corpo di questa donna ventisei anni fa. »
Con un gesto della mano indicò la figura stesa sull'altare. Questa fremette lievemente, senza però emettere nemmeno un sospiro. Estrasse poi dal fodero attaccato alla sua cintola una daga intarsiata. Per un attimo si perse nei suoi pensieri, ritornando con la mente nel momento in cui aveva trovato per puro caso quello che era sembrato essere un nascondiglio, dal quale aveva portato via un libro che parlava di Voldr Katendruma e una daga che sembrava fatta apposta per lo scopo di quella cerimonia. Gli era sembrato un messaggio del suo dio e se n'era appropriato.
« Ora noi Te la renderemo. Le permetteremo di raggiungerTi. »
Si avvicinò all'altare e con fare teatrale alzò il coltello, pronto a trafiggere il petto della donna.
« Oh, Grande Voldr Katendruma! Questo è il nostro dono per Te! Se non lo ritieni alla Tua altezza, se, nella Tua immensità, vedi questa nostra umile azione come contraria al Tuo magnifico disegno, Te ne prego, donaci un segno, cosicchè noi, miseri mortali, possiamo comprendere almeno in parte la Tua volontà! Ascoltaci, oh Divino, e, se così non deve essere, dacci un segno! »
Attese pochi attimi, per pura prassi. Era certo che il dio non avrebbe interferito.
 
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view post Posted on 14/4/2011, 21:31
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Vladek Turnadrom

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Era arrivato il momento. Il suo obbiettivo si era fermato. E, come se non bastasse, la Dea dell'Ironia gli sorrideva. Tanto meglio. Per qualche motivo, essere scenico gli veniva naturale.
Saltò. Le lame scattarono mentre ancora cadeva. Non era la prima volta che eliminava un bersaglio dall'alto, ma era sempre come la prima volta: stranamente eccitante.
Atterrò sul sacerdote, piantandogli le lame nei polmoni, perforandogli la schiena. Molti pensano che, dopo un attacco del genere, la vittima muoia sul colpo, ma così non è. Vive, seppur ancora per pochi secondi. E Vladek sapeva sfruttarli al meglio.
Ecco il tuo segno, uomo. Lascia che te ne celi l'arcano significato: nessuno mi deruba. Tantomeno una mezza calzetta come te.
Si rialzò. Le sue lame celate gocciolavano del sangue del sacerdote. Ai suoi tempi si usava intigervi una piuma, ma ora... Chissà, in effeti.
Questo segno vale per tutti voi. Se volete mettervi contro di me, fate pure, ma non farete che precipitare anzitempo tra le braccia del Mietitore.
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Era alla fine giunto il momento. Era vissuta ventisei anni di vita in vista di quel giorno. Era stata cresciuta per essere la concubina di Voldr Katendruma perché, secondo i sacerdoti, lei era la reincarnazione della concubina preferita del dio, la dea minore del Giglio. Una vita che aveva senso solo seguendo quella via. E ora, guardando la daga del sacerdote con gli occhi coperti dal velo, capiva che il suo destino stava per compiersi e che non doveva aver paura. Non chiuse quindi gli occhi, come ci si sarebbe aspettato. Vide quindi la sagoma scura colpire dall'alto il Pontefice, impedendogli di compiere il sacrificio. La donna si alzò di scatto, senza che il velo cadesse. Osservò la figura, provando paura e sgomento. Come lei, anche tutti gli altri Voldri erano ammutoliti davanti quel gesto. Non sapevano come comportarsi, come reagire. La donna scese lentamente dall'altare. Lanciò uno sguardo al sacerdote accasciato al suolo in un bagno di sangue. Aveva fatto la fine che sarebbe spettata a lei. Quella figura però era arrivata giusto in tempo per impedire che lei venisse sacrificata. Che fosse un messaggero mandato dal dio? Improvvisamente, a differenza degli altri presenti, la donna si rasserenò, come se fosse giunta ad un'importante verità.
 
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view post Posted on 14/4/2011, 21:55
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Vladek Turnadrom

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Fu solo allora che Vladek notò la donna dietro di lui. Non pensava che fosse pericolosa, ma che senso aveva far preoccupare qualcuno per niente, se lo si poteva evitare? Non provava emozioni, ma non per questo era un dannato barbaro.
Stia tranquilla, signorina. Mi chiamo Vladek Turnadrom, e non ho intenzione di farle del male, come non ne ho di farne a chiunque altro, qui, se non si metteranno sulla mia strada. Il mio obbiettivo giace morto.
Il sacerdote teneva la daga in una mano e il libro nell'altra. Ora ricordava quel vecchio libro. Così pieno di stupidaggini che l'aveva finito a fatica. Ad ogni modo, recuperò entrambi gli oggetti.
Ottimo. Questo è tutto ciò che mi serviva. Signori e signore, addio.
Prese a muoversi verso l'uscita principale. Le guardie, paralizzate dal terrore, avrebbero avuto molta poca voglia di tentare di fermarlo.
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view post Posted on 14/4/2011, 22:16
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Il suo sguardo incrociò quello cremisi di lui, anche se la figura non avrebbe potuto capirlo per colpa del velo. Ascoltò la voce dell'uomo. Era così piatta, priva di emozioni. Eppure, in un certo qual modo, le faceva avvertire la sua importanza. In più, il suo nome...
« Vladek Turnadrom... »
Sillabò il suo nome a voce alta, quasi senza rendersene conto. La sua mente cominciò a giocare con le lettere di quel nome e dopo qualche attimo ebbe una risposta illuminante. Sperando che la sua voce avrebbe richiamato quella figura che si era voltata per andarsene, portò lentamente una mano al volto e con un gesto pacato si levò il velo. Mostrò quindi a tutti che si trattava di una ragazza giovane, tra i 20 e i 30 anni, di razza presumibilmente umana. Era alta 1,70 m ed aveva un fisico slanciato e magro. Aveva un seno abbondante, la sua carnagione era chiara e la sua pelle molto morbia e liscia. Aveva i capelli mori, lisci e lunghi, legati però in una complicata acconciatura che non le scendeva oltre le spalle. Il viso era ovale, le labbra erano rosa e sottili e aveva dolci occhi verdi.
Senza che nessuno dei presenti potesse prevederlo, la ragazza si inginocchiò, in modo composto e reverenziale, e poi chinò la schiena in avanti, in un ampio inchino. Portò le braccia in avanti, posando i palmi a terra. La sua fronte toccava quasi il nero suolo.
« Mi chiamo Lilium Loveless. Ero destinata a diventare, una volta morta, la concubina del dio Voldr Katendruma. Ora, da viva, vorrei essere la vostra concubina, Vladek Turnadrom. »
La voce tremava quasi dall'emozione. Era giunta a una conclusione che andava oltre a quello che una semplice umana era portata a sopportare. Non aveva però dubbi. Dal momento in cui aveva udito il suo nome, aveva compreso dove la portava il suo destino: sempre tra le braccia del dio ma mentre questi si trovava in una forma diversa. Forse la figura davanti a lei nemmeno se ne rendeva conto, come spesso accadeva con le reincarnazioni ma i segni erano inequivocabili. Vladek Turnadrom era l'anagramma di Voldr Katendruma. Quell'uomo incappucciato era il suo dio e questi aveva deciso di prenderla come concubina nel mondo terrestre.
« Vi prego, portatemi con voi, mio signore. »
La voce era ossequiosa, rispettosa e implorante. Era devozione pura nella voce calda di una giovane concubina.
 
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view post Posted on 14/4/2011, 22:32
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Vladek Turnadrom

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Si sentì chiamare. Curioso, di solito diceva il suo nome per fare in modo che lo evitassero come la peste. Si voltò...
E vide che la donna si prostrava ai suoi piedi. Questo lo lasciò genuinamente sorpreso. Che chiedesse pietà? No, le aveva già detto che non aveva intenzione di ucciderlla. E allora che voleva?
La ascoltò in silenzio. Si stava offrendo come sua concubina? Bè... Sicuamente quella gli mancava. E ne aveva viste davvero tante.
Il suo primo pensiero fu di limitarsi a voltarsi ed andarsene. Certo, era una bella ragazza, nulla da dire a riguardo, ma non voleva rischiare. Eppure...
Eppure, quello poteva tornargli utile. Non solo per il puro e semplice "avere una concubina", che sicuramente aveva i suoi vantaggi. C'era anche un fatto secondario, ma non troppo: non era un amante, era una concubina. Alcuni regnanti avevano avuto concubine, certo, ma queste rimandavano, più spesso, agli dei. In effetti, era proprio ad un Dio che lei era destinata, no? Un Dio che molto probabilmente non esisteva (secondo quel libro, Katendruma era un Dio estremamente furbo e pericoloso, tanto che c'era da chiedersi chi mai volesse adorarlo), ma un Dio cionondimeno. Ora, se si fosse sapuito che lui aveva una concubina, le menti più semplici avrebbero ben presto fatto il collegamento concubina-malvagio-Dio del male. E siccome le menti semplici era il fulcro dei Garden...
In tutto, il suo flusso di pensieri occupò una ventina di secondi. Passato questo tempo, la decisione fu presa. Vladek tese la mano destra alla donna.
Così sia, Lilium Loveless. Se questo è il tuo desiderio, lo esaudirò. Prendi dunque la mia mano, e seguimi. Ce ne andiamo da qui.
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view post Posted on 14/4/2011, 22:40
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Nel sentire pronunciare il suo nome, la donna sollevò la testa, per incrociare ancora una volta il suo sguardo con quello di lui. Si sentiva rapita sempre di più da suo dio e sempre più emozionata. Le persone attorno a lei ancora non si muovevano, alcune sembravano avere la forza di scambiare con altri brevi opinioni in merito alla situazione ma nessuno aveva il coraggio di interrompere quella scena.
Lilium si alzò in piedi e, senza curarsi del Pontefice morto ai suoi piedi e di quel sangue che le macchiò l'orlo dell'abito, si avvicinò al suo dio. Quasi con il timore di metterci troppa passione, appoggiò il suo palmo su quello di lui. Stava per cominciare una nuova vita per lei e Lilium sapeva di essere pronta a tutto per il suo signore.
 
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New Dawn
view post Posted on 14/4/2011, 22:48




Ecco la valutazione per questa scena: Poeta purtroppo non guadagna punti, pur avendo orchestrato una scena dapprima inquietante e dai risvolti piuttosto sorprendenti.
Vladek invece guadagna 50 exp. Pur nella sua brevità, la scena serve allo scopo e Vladek riesce a mostrare bene le proprie caratteristiche e ad interpretarle con coerenza.
Buon risvolto e potenziali sviluppi futuri.
 
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9 replies since 14/4/2011, 14:50   69 views
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