Note oscure

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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 12/9/2011, 00:00







Mortvon Shi'Nill


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Tempo. Quale nemico peggiore di lui per i mortali? Aveva tutto per definirsi tale: pazienza, imminenza e sapeva fuoriuscire dai pensieri delle sue vittime per poi giungere quando meno lo si aspetta.
Ecco la differenza tra umani, mezzi tali e stirpe degli Eldar cui tale nemico non era altro che un entità di ben poco conto in quanto possessori del dono dell'immortalità.
Mortvon provava una pietà infinita per tali razze dall'esistenza "finita" in quanto per certi versi sarebbero tornati tutti alla polvere o in una bara di legno sotto svariati metri di terra. Era come interagire con delle batterie che una volta esaurite non sono altro che da buttare e Mortvon di queste pile ne era circondato quotidianamente, seppur per sua scelta.

L'elettromante portava avanti la sua esistenza con l'ossessione di diventare sempre più potente e uccidere più demoni che potesse fino a quando gli stessi non avrebbero deciso di ripiegare. Lo sterminio della propria casata non era ancora stata accettata ma sarebbe stata di certo vendicata. In quel Garden di superficie le cose procedevano bene e a parte i soliti pregiudizi dei suoi abitanti, di ben poca importanza, la spensieratezza stava quasi avendo il sopravvento. La giornata leggermente grigia faceva prevedere una nottata di probabilissima pioggia, ma per tutto il pomeriggio avrebbe retto abbastanza da permettere al drow di prendere un po di aria ai giardini pubblici e magari strimpellare qualcosa con la sa chitarra elettrica.
A dispetto delle apparenze la sua chitarra non era nera, non più. Aveva cambiato la stessa in quanto la prima si ruppe l'asta e le corde stesse in seguito ad un incidente domestico. Era invece bianca con un disegno di un drago nero sopra, le aveva dato anche un nome al suo strumento: "Kelthra" come la sua divinità aracnoide dei tempi del sottosuolo.


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I giardini erano come al solito molto vivi per quanta gente vi era e nemmeno tutti notarono la presenza del drow che passava stavolta senza cappuccio, con i suoi capelli lunghi e argentei e gli occhiali dalle lenti scarlatte. I giovani sembravano suonare strumenti molto particolari e dal rumore naturale invece che legarsi al modernismo del suono elettrico. Come si fa a suonare una chitarra elettrica in un giardino pubblico senza casse? Giusta osservazione ammesso che fosse stato pensato, ma in quei giardini molti studenti vi andavano a studiare qualche passo di musica con strumenti quali sassofono, basso e altro. Vi era una specie di spazio dedicato per chi voleva esercitarvisi con tanto di casse non troppo grandi, quantomeno non da concerto, pavimentazione adeguata e tettoia per proteggersi dalle precipitazioni naturali sia loro che la strumentazione elettrica che potrebbe andare in corto.

In quell'istante si era appena liberato da qualche studente trabiano: un batterista un bassista e un tastierista. Capitava anche che lì intorno si contornava di altra gente, come un mini pubblico, ascoltando ben volentieri i vari passi musicali altrui.

Mortvon avanzò deciso verso uno spazio con casse laterali adibito a strumenti a corda elettrici, posizionandovisi esattamente in mezzo e collegare il cavo al suo strumento. Socchiuse gli occhi chinando appena la testa e sciogliendo il corpo, come se stesse diventando tutt'uno con la chitarra, per poi cominciare a suonare una melodia continuata e decisa.




I suoi pensieri viaggiavano mentre toccava quelle corde con una delicatezza che si poteva accostare solo a quello di sfiorare il volto di una bella donna. Suonare per lui voleva dire esprimere le sue emozioni del momento ed isolarsi da tutto ciò che lo circondava, ed in quel periodo suonava molto spesso con l'intenzione di staccarsi da quella marmaglia di mortali incompetenti su tutto ciò che poteva definirsi "arte" e "etica". Continuò a suonare tutta la melodia ad occhi chiusi, immergendosi nella sua forma di arte preferita dopo quella delle saette...





Edited by Vhan L'Arciere Arcano - 15/9/2012, 02:48
 
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view post Posted on 24/9/2011, 16:57
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Lothìriel Morwen

Ormai era passato un mese e di quel drago ancora nessuna traccia. Quel drago... era così difficile definirla "madre". Nella sua mente ancora le riusciva impossibile associare la figura di quella bellissima donna mora e di quel terrificante drago al concetto di "madre".
La vita nel Garden non era troppo noiosa, anche se pochissimi soldati risultavano interessanti. Molti avevano provato a parlarle e tutt'ora era piena di "ammiratori". Un petto femminile prosperoso al punto giusto poteva far miracoli per la vita sociale. A lei però non interessavano quegli ammiratori, non interessavano gli uomini né ciò che ne conseguiva. Voleva solo quel drago.
Aveva passato la mattina in cerca di informazioni e quel pomeriggio aveva deciso di passarlo nel giardino per leggere tutte le notizie che aveva trovato circa "draghi neri". Si era quindi mossa verso un albero e lo aveva scalato. Si era appollaiata su un grosso ramo che le permetteva di stendere comodamente le gambe appoggiando la schiena al tronco. Il suo corpo era coperto da una specie di palandrana verde scuro, attillata e lunga fino a metà coscia, che si apriva sul davanti. Una volta in posizione, aprì la palandrana risultando nuda sotto le vesti. Aveva trovato una specie di compromesso con sé stessa e le leggi del comune decoro. Su quell'albero avrebbe tenuto la palandrana aperta, mostrando alla natura le sue grazie e avvertendo sulla sua pelle la brezza, ma chiunque l'avesse vista da sotto l'avrebbe veduta coperta di tessuto verde. Insomma, a meno che qualcuno non fosse salito a quell'altezza scalando un altro albero difficilmente le avrebbero visto il corpo.
Prese a studiare i documenti che si era portata dietro, con espressione seria e concentrata. Era talmente presa dal suo lavoro che quasi non si era accorta di quelle persone che suonavano con strumenti elettronici distruggendo la quiete della natura, almeno fino a quando uno strumento si levò sopra tutti, oltrepassando perfino le barriere della sua mente. Forse più incuriosita che indispettita, si alzò in piedi sul ramo, attenta a non mostrare il proprio corpo, e guardò nella direzione degli strumenti. Data la conformazione degli alberi, il piccolo palco su cui si stava suonando era da lei ben visibile. Riconobbe all'istante il drow di Balamb che aveva conosciuto la prima volta che era giunta a Jumalulu. Si ritrovò a pensare che quell'essere sembrasse molto bello in quel momento così appassionato e passionale, anche se uno strumento elettrico come quello mal si sposava, per lei, alla sua figura austera e seria, oltre che un po' inquietante. Strinse la palandrana al petto, chiudendola. Da quella posizione sopraelevata era ben visibile dal palco, tanto che se Mortvon avesse semplicemente alzato gli occhi nella sua direzione non avrebbe potuto non vederla.
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 9/12/2011, 17:03







Mortvon Shi'Nill


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Le dita si muovevano da sole sulle corde del fido strumento dell'oscuro, il quale produceva elettroniche e melodiose note musicali che riuscirono a spiccare su tutti trumenti attirando l'attenzione di molti dei presenti. La chitarra elettrica non veniva definito da molti uno strumento musicale per via della sua stretta dipendenza dall'amplificatore e casse varie, eppure compiaceva l'udito di moltissimi individui sia maschili che femminili.

Il procedere di tali movimenti di corde trasportò Mortvon in uno stato di ebrezza tale da farsi trascinare da quell'atmosfera musicale generatasi, facendogli socchiudere gli occhi viaggiando con il pensiero. Era diventato un tutt'uno con il suo strumento, qualcosa che solo chi amava veramente la musica poteva capire ed arrivare a fare.

Al finire di tale breve assolo vi fu qualche timido applauso isolato in vari punti dell' anfiteatro di gente che si era andato a generare innanzi all'oscuro. Era difficile dover riconoscere le doti di qualcuno per cui si nutre timore e malcontento, quei pochissimi applausi erano forse di troppo per certi versi. Ma gli abitanti di superficie si sà, per via della loro società e di chi gli avvelena la mente previo media, sono tipo dalla mentalità corrotta e dai modi tutt'altro che logici. Forse è per questo che guardano male chiunque non abbia sembianze simili alla loro o che abbiano sembianze leggermente grottesche...ed anche qui sarebbe più un discorso soggettivo più che altro.

Riaprii gli occhi scostandovisi da davanti qualche ciuffo argenteo della propria chioma, andando a notare su di un ramo d'albero una tipa abbastanza familiare. Si trattava di Lothiriel, la ragazza che aveva incontrato alle porte di Jumalulu che cercava il Garden di Trabia. Il drow accennò come un sorriso, alla sua solita sufficienza, come soddisfatto dell'ovvia evidenza che la ragazza si era appollaiata per bene in modo da godersi il mini concerto dell'elettromante.
Si avvicinò lentamente all'elfa rimettendo alle sue spalle la chitarra, aggiustandosi i bracciali in cuoio e fermandosi ad una breve distanza non proprio verticale aggiunse:


Ma buonasera elfa. Vedo che siamo in vena di imitare gli scoiattoli...Era assorta in qualcosa di particolare, oppure ho infastidito la lettura con la mia chitarra?




Edited by Vhan L'Arciere Arcano - 15/9/2012, 02:45
 
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view post Posted on 13/9/2012, 14:21
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Lothìriel Morwen

Il drow metteva un'insolita passione in quell'esecuzione. Era rapito dalla sua stessa musica, da ciò che gli trasmetteva. Secondo Lothìriel, stava suonando unicamente per se stesso, per il suo gusto. Non avrebbe avuto motivi per voler intrattenere una folla di creature che considerava inferiore. La mezz'elfa non trovò questo comportamento da biasimare, anzi. Era colpita da una tale devozione nei confronti della musica. Ascoltò tutta l'esecuzione chiudendo gli occhi, assaporando le note e le sensazioni che le trasmettevano. In qualche modo le facevano dolere il cuore. Quasi si commosse in alcuni punti della canzone, senza pensare a niente nello specifico. Era solo la musica. Quella splendida musica.
Quando l'esibizione si concluse, riaprì gli occhi, stupendosi di quanto si fosse lasciata andare. Rivolse lo sguardo verso il palco e osservò le mosse del drow. Lui sembrava averla notata, o almeno così le parve. Era stato un sorriso quella specie di smorfia? Qualunque cosa fosse, Mortvon si incamminò nella sua direzione e raggiunse il suo albero. Fece una battuta di dubbio gusto sul fatto che lei avesse imitato gli scoiattoli nello scalare quell'albero e le chiese se l'aveva infastidita. Lei si sedette sul ramo, con le gambe penzolanti, pronta a rispondere.
« Il mio nome è Lothìriel. »
Il tono non era infastidito. Aveva semplicemente ripetuto l'informazione, visto che lui l'aveva chiamata "elfa". Si mise a riordinare quel che si era portata dietro, mettendo tutto in un unico blocco.
« Stavo leggendo alcuni documenti. La tua chitarra è stata una piacevole distrazione. »
Una volta finito di riordinare, prese a scendere dall'albero, non curandosi affatto che dal basso lui le avrebbe visto tutto ciò che la corta palandrana non poteva coprire. Non le piaceva parlare con qualcuno senza esserci vicino. Le era stato insegnato che era maleducato. Una volta a terra, si voltò di nuovo verso di lui, stringendo le carte tra le braccia.
« Mi è piaciuta la tua interpretazione. »
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 15/9/2012, 01:38







Mortvon Shi'Nill


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La ragazza sembrava come trasportata dalle note del drow il quale non perse tempo nel riportarla alla realtà chiamandola e aprendoci un dialogo. Certo non era da tutti i giorni andare a parlare con una ragazza che legge libri sopra il ramo di un albero ma non dispiaceva di certo al mago nero che aveva già puntato quell'elfa fuori i Garden per via del suo fisico e dei suoi occhi violacei come la sua anima. Gli disse il suo nome monito evidente di essersi scocciata di essere chiamata elfa.

Io mi chiamo Mortvon. Ah ecco ci si leggeva qualcosa seduta sul ramo di un albero. Magari è piacevole. Ah la mia musica è stata una piacevole distrazione dici? Beh mi piace suonarla e qui è l'unico posto dove posso per via dell'amplificatore. Di solito mi importa poco se quello che faccio con la chitarra piace o meno ma adesso direi di essere abbastanza soddisfatto.

Nemmeno finì di parlare che notò Lothiriel scendere dalla pianta e...tombola! la ragazza non usava biancheria!!

*Ma guarda che bel bocconcino questa elfa. Ha i capelli stravaganti ma un corpo lodevole....*

Conscio di non esser visto per via della discesa della donna portò la sua lingua sulle labbra, come se stesse pregustando qualcosa. Mortvon adorava le "femmine" come le chiamava lui. Che siano elfe, drow, umane poco importava l'importante era che fossero esattamente come diceva lui, dopodiché le avrebbe avute in un modo o nell'altro.
Scesa e giratasi di nuovo verso il drow strinse le carte addosso a se e facendosi forza partorì i suoi pensieri.


Ti piace così tanto quel pezzo? Uhm, vuoldire che devo farti sentire la mia musica più spesso di qualche incontro casuale. Se io ti dicessi che anche stasera suono la mia chitarra utilizzando delle cuffie ad infrarossi in modo che sentiamo solo noi la musica che genero? Saresti interessata? Tranquilla non serve l'amplificatore e la mia stanza è accogliente.

Passò qualche attimo ad osservarla con un lieve sorriso per poi farle dei complimenti sui suoi occhi.

Non li avevo notati questi occhi così violacei la prima volta che ci siamo incontrati. Sono...bellissimi. Sono rari a vedersi...chissà quante altre qualità hai. Dunque suvvia non deludermi e vieni a sentire la mia musica stasera che ti suono un bel pezzo.


 
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view post Posted on 15/9/2012, 13:46
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Lothìriel Morwen

Era discretamente piacevole conversare con quel drow. Parlava molto, ben più di lei, ma diceva cose interessanti e non le veniva voglia di fuggire troncando la conversazione. Si offrì di suonare per lei utilizzando delle cuffie che avrebbero permesso solo a loro due di godere della sua musica. La mezz'elfa sorrise lievemente, lieta di quella proposta.
« Mi sembra una bella idea. Ho del lavoro da fare... » e indicò il pacco di fogli che teneva tra le mani, « ...ma penso di aver finito per le 9, se per te va bene. »
Era contenta di avere una distrazione per quella sera. L'obbiettivo di ritrovare sua madre l'aveva tenuta impegnata 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e forse una pausa se l'era meritata.
Mortvon dal nulla cominciò a lodare i suoi occhi. Senza una vera motivazione, Lothìriel arrossì lievemente. Forse quel complimento era stato inaspettato. Si portò una mano al viso, quasi a controllare che i suoi occhi fossero ancora lì. Fu un gesto stupido ma ammise a se stessa che di solito c'era un'altra coppia di sue cose che venivano lodate. Per una volta il suo prosperoso seno era finito in secondo piano e la cosa non le dispiacque.
« Ti ringrazio... anche tu hai dei begli occhi. »
In realtà gli occhi di lui erano dietro a degli occhiali con le lenti rosse ma di essi le piaceva la forma. Si prese quindi del tempo per studiare l'aspetto di quel drow. Era esteticamente piacevole, per quanto fosse così diverso da lei. I suoi capelli argentati e la sua pelle scura erano tipici della sua razza. Lui sicuramente era puro e non un mero ibrido come Lothìriel. D'istinto portò una mano al pendente che portava al collo.
« Ora devo andare. A stasera. »
Si voltò e camminò verso l'uscita di quel giardino, diretta alle sue stanze. Se voleva essere libera per quella sera, doveva mettersi a lavorare seriamente.

Il tempo quel pomeriggio era volato. Le carte erano tutte sparse sul letto della mezz'elfa mentre lei si stava concedendo del meritato riposo sotto la doccia. L'acqua calda le scivolava sulla nuda pelle e la rilassava. Una volta finito, uscì dal bagno con un asciugamano stretto attorno alla lunga chioma. Erano le 8.15, ora di prepararsi. Aprì l'armadio e scrutò i pochi abiti che vi erano appesi. Dopo qualche attimo scelse il solito abito verde, senza però coprispalle e senza fasce bianche su braccia e gambe. Ai piedi mise le semplici infradito. Si diede un'asciugata rapida ai capelli, cercando di dare loro un senso. Per fortuna erano decisamente addomesticabili e in breve furono perfetti. Senza attendere oltre, uscì dalla stanza e dal garden, entrando quindi in quello di Balamb. Ci mise un po' a trovare la stanza giusta, poiché da sciocca con aveva chiesto il numero, ma alla fine chiedendo in giro trovò la stanza di Mortvon. Bussò.
 
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Vhan L'Arciere Arcano
view post Posted on 20/9/2012, 01:26









Mortvon Shi'Nill


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Lothiriel si dimostrò una tipa abbastanza svelta e scaltra. Difficile trovarne di interessate in un drow in quella maniera così spassionata. Di solito tutti credono di esser pugnalati alle spalle senza remore alcuna....cosa che in effetti corrispondeva a realtà. Vero che gli elfi oscuri non uscivano mai dal loro regno se non per raggiungere un campo di battaglia con tutto l'esercito, eseguire una spedizione punitiva o cose di questo tipo. Era ovvio ormai che Mortvon era un eccezione, dato che risiedeva nel garden di Balamb.

In tutti i modi non passò molto prima che i due si diedero appuntamento alle 21:00 in stanza del drow. Quest'ultimo salutò l'elfa in maniera normale per poi voltarsi e sogghignare maniacale, trepidante dell'incontro che avrebbe avuto la sera stessa.


*Ihihihih qualcosa mi dice che stasera assaggerò carne di elfa..*

Disse tra se e se passandosi lentamente la lingua sulle labbra. Cosa che tutti quantomeno penserebbero senza avere la decenza di mostrarlo in effetti, ma tanto era: un elfa dal fisico mozzafiato, seno generoso, occhi viola sarebbe presto entrata in camera di Mortvon.....da sola.
Si preoccupò di preparare....assolutamente niente. Le cuffie e la chitarra erano sempre a portata di mano del drow il quale si limitò semplicemente ad attendere l'ospite ed accoglierla nella sua dimora. Inaspettatamente si sentì bussare delicatamente tanto da far capire a Mortvon che Lothiriel era giunta. Aprì e quello che la ragazza si sarebbe ritrovata innanzi era Mortvon a petto nudo ed un pantalone lungo acetato da appartamento. Aveva una canottiera bianca in mano che cominciò a mettersi non appena aprì la porta...ovviamente lo fece apposta per studiarne le reazioni: bisognava scoprire cosa imbarazzava quella donna in modo da farci leva e prendere la situazione in mano più di così. Il drow invece si ritrovò innanzi l'elfa ben profumata e dal vestito che, c'era da dirlo, gli stava proprio bene addosso.


Benvenuta...scusa mi metto una canottiera. Accidenti come profumi, ti sarai fatta una bella doccia...o magari un bagno caldo.

Gli diede un penetrante sguardo negli occhi accennando un sorriso, dopodiché si diresse sul letto ove erano poggiate le cuffie e la chitarra elettrica.

Come promesso. Ecco le tue cuffie. Dimmi cosa ne pensi di questo pezzo

Fece in modo che tutti e due ebbero le cuffie indosso e cominciò a muovere le dita sulle corde generando un suono che, a parer suo, era armonico e ottimamente perfetto.



Avrebbe atteso di osservare se l'elfa si sarebbe persa o meno in se stessa con quelle note per poter poi agire. Avrebbe continuato a suonare nel mentre....


 
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view post Posted on 20/9/2012, 14:11
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Lothìriel Morwen

Da perfetto padrone di "casa", Mortvon venne subito ad aprirle. Si palesò mentre indossava esclusivamente i pantaloni. La mezz'elfa arrossì lievemente ma fu subito in grado di ridarsi un contegno. Veniva da un luogo dove la nudità era la regola, in quanto la Natura crea ogni essere nudo e senza vergogna. Era abituata a vedere petti maschili (e non solo), anche se dovette ammettere a se stessa che quello del drow non le dispiacque minimamente. Anzi, dovette controllarsi per non stamparsi in faccia un'espressione di disappunto quando quel ben di dio venne coperto dalla canottiera.
« Una doccia, in effetti. Mi piace sentire la pelle pulita. »
Rispose in modo pratico, indecisa se fargli presente o meno che, se avesse voluto restare senza maglietta, questo non le avrebbe dato il minimo problema. Alla fine decise di farlo.
« Se preferisci stare senza maglietta, toglitela pure. Nel mio villaggio abbiamo l'abitudine di non indossare abiti, quindi non ho alcun problema. »
Rispose allo sguardo penetrante con fermezza, cercando di capire cosa si celasse dietro quel sorriso ma senza risultato. Lo seguì quindi vicino al letto e prese dalla sua mano le cuffie che le offriva, mettendosele nelle orecchie. Si sedette sul bordo del letto, chiuse gli occhi e liberò la mente da ogni pensiero. Le note di Mortvon risuonarono e tutto fu pace. La melodia aveva un che di malinconico, di desolato. Le ricordava la sensazione che si prova ad abbandonare la propria casa per proseguire verso l'ignoto, le colpì lo stomaco con durezza. La solitudine e la passione che le trasmettevano quelle note la fecero estraniare dal mondo, quasi non si trovava più in quella stanza col drow. Era tornata con la mente a tempi non troppo lontani, mentre la nostalgia faceva capolino nel suo cuore.
 
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