| La stranezza di quella situazione alquanto inusuale venne presto compensata, in parte, dalla venuta di un'altra persona. Stava allora per andarsene, quando si accorse che la nuova arrivata era proprio colei che stava cercando: Tsukino, ormai diventata Sole grazie alla costanza che la caratterizzava fin dal suo nome. Se non avesse creduto nel destino, avrebbe potuto giurare che qualcuno aveva predisposto la scena per permettere quell'incontro fortuito e ricercato allo stesso tempo. La giovane riconobbe il Preside, lo chiamò per il suo titolo, ma poi si fermò, quasi indecisa e quasi vergognandosi di qualcosa, come testimoniava l'improvviso rossore del suo bel viso. *Non è difficile intuire cosa* commentò Saraphoenix in maniera allusiva e spigolosa. Il mezz'elfo colse l'allusione e fu leggermente infastidito dalla perdurante ostilità della Fenice in merito. Quel che era fatto era fatto, non poteva tornare indietro e se anche avesse potuto non l'avrebbe fatto: di ciò era ormai certo. Quello che avrebbe cercato di impedire sarebbe stato invece la visione del proprio passato da parte della ragazza, qualsiasi frammento lei avesse visto. *Qualsiasi cosa sia sta attento: l'hai già fatta scappare una volta* continuò la G.F. *Grazie, lo so bene anch'io!* La Guardian Force sembrò quasi gongolare nel vedere Marcus in quello stato, ma il mezz'elfo non volle saperne di continuare quel gioco a suo dire insulso e si concentrò sulla ragazza, sul modo migliore per parlarle:un approccio autoritario era fuori questione, mentre uno diretto era alquanto rischiso: forse sarebbe stato quello migliore, ma il rischio che Sole si vergognasse ancora di più e scappasse per non svenire o per non affrontarlo era ancora maledettamente forte. Alla fine, con il cuore che batteva più forte del solito per la tensione di quella situazione a cui non era affatto abituato, Marcus avanzò di qualche passo verso di lei, ma si fermò ancora ad una certa distanza, in modo da non farle correre il pericolo di toccarlo e allo stesso tempo di non dover gridare. "Mi... mi dispiace Sole" riuscì allora a dire. "Non volevo farti del male... né con quello che è successo tra noi, né men che meno con il mio passato. Non rinnego ciò che è successo e lo rifarei ancora... ma qualunque cosa tu abbia visto dopo, non avrei mai voluto che ti spaventasse in quel modo, né che tu dovessi affrontarlo tutta da sola." Avrebbe voluto proseguire con un accorato appello alla condivisione di quello stesso frammento del passato, ma quel passo in fondo toccava proprio alla ragazza: doveva essere lei a fare un passo, anche solo simbolico, in quella direzione. Solo se lei non ci avesse provato, il mezz'elfo avrebbe cercato di spingerla più esplicitamente a rivelargli ciò che la angosciava così tanto e che l'aveva fatta fuggire via dalla sua stanza così repentinamente.
|