Cura di Melkor e Sebastian.

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view post Posted on 26/3/2011, 16:16
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Eris Triyade

Melkor Kepler e Sebastian Michaelis erano stati trasportati d'urgenza all'ospedale. Erano stati portati in spalla dalla preside di Galbadia e dal suo fidato consigliere ed erano stati portati in "sala operatoria". Per loro fortuna in ospedale c'era una brava maga bianca che si era occupata di loro in tempo per non aver bisogno di resuscitarli. Aveva ordinato (sì, ordinato) alla blacksmith di stringere la gamba mozzata di Melkor per bloccare il più possibile il dissanguamento. Nel frattempo si era concentrata su Sebastian. Il suo trauma era il più serio perché più vicino al cervello e al midollo spinale. Aveva attuato la sua magia e dopo parecchia fatica e parecchie formule magiche lo aveva completamente rattoppato.
Era poi toccato al cacciatore. Si era fatta aiutare da Zack, che teneva la gamba vicino al moncherino, mentre riattaccava, sempre con la magia, l'arto mancante.
I due pazienti avevano avuto alcuni momenti di lucidità, ma, per fortuna, per la maggior parte del tempo erano troppo lacerati dal dolore per rimanere coscienti.
I galbadiani si trovavano ora in una stanza dell'ospedale, indossando la tipica vestaglietta aperta dietro, e dormivano in letti bianchi e puliti. Era stata la stessa Eris, la dottoressa magica, a cambiarli e lavarli. Al momento erano incoscienti e lei stava controllando alcuni parametri nelle loro cartelle mediche. La donna non indossava la solita divisa perché preferiva conservarla pulita per quando non era in ospedale. Quando era al lavoro vestiva con un abito bianco con dettagli rossi. Il vestito non terminava con una gonna ma con dei pantaloncini corti, per facilitarle i movimenti, e le gambe erano coperte da calze autoreggenti rosa. Teneva i capelli indietro con una cuffietta bianca con una croce rossa e le orecchie erano coperte da una specie di foulard bianco che servivano sempre a raccogliere i capelli verso la schiena affinché non la disturbassero mentre lavorava.
 
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view post Posted on 27/3/2011, 10:20

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Dolore.

Anche nel suo sonno agitato da strani sogni poteva avvertire che il dolore era cessato.
Stava correndo ora, con tutte e due le gambe, in una foresta senza fine, oscura come la notte e piena di esseri mostruosi e malvagi.
Non riusciva a uscire da quel luogo poiché, per quanto corresse, non riusciva a raggiungere la luce che si spandeva all’orizzonte, era perduto nel nero; alberi neri, secchi e morti gli sfrecciavano e vorticavano attorno come se volessero trattenerlo a loro e non lasciarlo mai andare via.

A un certo punto, non seppe bene come ci era riuscito, si ritrovò al centro di quella foresta oscura e vide un grande altare di marmo bianco che andava completamente a fuoco, la fiamma che lo avvolgeva era rossa come l’inferno e non certo bianca e pura ma si stava lentamente rimpicciolendo.
Rimase in quel luogo finché le lingue di fuoco rosso non si furono calmate fino al punto di lasciarlo salire sull’altare.
Dopo un poco di tempo vide che le fiamme si erano accampate su una singola colonna e per terra c’erano i frammenti bianchi e lucenti di pura energia di una gabbia distrutta, non seppe perché ma sapeva di doverla ricostruire, così si mise a raccogliere tutti i pezzi che trovò e a rimetterli assieme per rinchiudere quella fiamma rossa e distruttiva.

Ci mise molto tempo, ma d'altronde nel mondo onirico il tempo non vuol dire nulla, e completò il suo lavoro finché potè, non riuscì a ritrovare tutti i pezzi, un paio di particolarmente piccoli che si incastravano negli angoli erano meramente svaniti.
Sarebbe stato più semplice per il fuoco rosso distruggere la gabbia e divampare nuovamente in tutta la sua furia.

Riprese a camminare e questa volta fu semplice raggiungere la parte di luce, la foresta luminosa era bellissima, verde e rigogliosa oltre ogni dire, lussureggiante e magnifica, faceva piangere solo a vederla nella sua maestosità.
Continuò a camminare finché non capì con sollievo che quella foresta era molto, molto, più grande di quella da cui era appena uscito.
Arrivò al centro anche di questa e vi era un enorme altare, identico a quello precedente, ma che ardeva interamente di un enorme fiamma bianca e pura, era bellissimo a vedersi, così bello che non riuscì a trattenersi dal salirvi, con sua sorpresa le fiamme non gli fecero nulla.

Arrivato vicino alla colonna centrale del tempio, il nucleo della fiamma bianca, vide guardando il pavimento che vi erano i resti di una gabbia distrutta, completamente nera come la peggiore oscurità si possa immaginare.
Stava per capire il significato del sogno quando si svegliò di soprassalto.

Si mise a sedere con uno scatto e subito fu nel panico, non era preoccupato per dove si trovasse o perché fosse vestito in quel modo, una sola domanda affollava la sua mente assieme alla comprensione del sogno.

Dov’è Naestra?!

 
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view post Posted on 28/3/2011, 14:28
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asd

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SPOILER (click to view)
Mi scuso ma ieri non avevo proprio voglia di scrivere asd


Sebastian non ricordava nulla di quello che successe dopo l'addestramento, se non alcune immagini, ma molto vaghe e sfocate.
Il suo sonno fu piuttosto tranquillo, naturalmente quello dopo l'operazione. appena si svegliò la prima cosa che vide fu il soffitto, un bianchissimo soffitto che dava pace al suo spirito, solo dopo questa visione il suo pensiero si rivolse altrove, precisamente al suo viso.
Era guarito completamente, il dolore sparito, il sapore del sangue non c'era più. Come era possibile?

Sono... Vivo?

Girò la testa prima a destra poi a sinistra, da quello che riusciva a vedere gli sembrava che il luogo in cui si trovava fosse una camera d'ospedale, o al massimo un infermeria.
Il letto in cui si trovava era morbido e caldo, come l'abbraccio di una madre amorevole al figlio.

Come o fatto a finire qui?

Per Sebastian era parecchio strano svegliarsi in un letto mai visto, ma la cosa più strana era che non ci era finito con le proprie gambe. Era abituato a mettere nel letto, non a essere messo. Decise di alzarsi sollevando leggermente la schiena e mettendola contro il muro sempre coperto dalla vita in giù dalle coperte. La sensazione che provò era strana, sentiva freddo alla schiena, solo dopo aver visto che indossava una strava vestaglia da ospedale capì il perchè.
Alzando lo sguardo vide una ragazza vestita da infermiera, divisa bianca con delle calze rosa, aveva i capelli biondi e pareva abbastanza alta.
Nello stesso momento Melkor si svegliò farfugliando qualcosa che Sebastian non riuscì a comprendere, non che cosa dicesse ma il significato di quello che diceva.

Dov’è Naestra?!



Da buon maggiordomo Sebastian fece la cosa più logica per lui, ma che poteva essere benissimo interpretata come una frecciata da parte di Melkor.

Buongiorno Signor Melkor.
Ha dormito bene?


Sembrava proprio una frecciata a Melkor, ma in realtà non lo era.
Il braccio destro di Sebastian tremava leggermente, nei suoi pensieri vi era anche la presenza di quel braccio, da dove era sbucato? Perchè? A cosa serviva? Come funzionava?
E tante altre domande.
Dopo di che si rivolse alla ragazza.

Mi scusi.
Che posto è questo?
 
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view post Posted on 28/3/2011, 15:36
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Eris Triyade

Il paziente mutilato si era agitato nel sonno. Non doveva dipendere dalla gamba, Eris sapeva che tutto era andato bene. Probabilmente stava solo avendo un incubo, che si concluse con una domanda alla quale la dottoressa, ovviamente, non poteva dar risposta.
Praticamente in contemporanea, anche il secondo paziente si svegliò. Il suo fu un risveglio più tranquillo, tanto che salutò educatamente il compagno di ferite e poi le chiese dove si trovasse.
L'elfa camminò fino a portarsi tra i due letti, in modo da poter parlare con entrambi.
« Ben svegliati. Vi trovate in ospedale. Vi ha portati qui la preside Clacher. »
Sorrise ad entrambi, cercando di rassicurarli. Aveva imparato che era bene non innervosire mai i pazienti.
« Sono la dottoressa Eris Triyade. Mi sono occupata io di rimettervi in sesto. Spero che vi sentiate a posto. »
 
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view post Posted on 28/3/2011, 20:00

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Naestra.

Melkor si guardò rapidamente intorno ma non riusciva a vederla da nessuna parte, qualcuno al suo fianco disse qualcosa che lui non ascoltò, o non si curò di ascoltare, vide un'altra figura in piedi nella stanza ma non si curò nemmeno di quella.
Dov’era Naestra?

Al suo fianco non c’era, nemmeno vicino a lui c’era, non sembrava essere da nessuna parte e la sensazione di panico si fece più intensa, la sua mente cominciò a fremere e partorire le idee più assurde: l’avevano rapita per chiedere un riscatto, forse gli era stata portata via per essere violentata da qualcun altro, forse giaceva spezzata da qualche parte.
Aveva bisogno di lei al suo fianco, lo faceva sentire sempre al sicuro e in grado di affrontare ogni problema della vita, doveva trovarla assolutamente!

Si alzò di scatto dal letto e cominciò a frugare lì attorno continuando a ripetere le solite parole “Naestra dove sei?”, doveva trovarla a tutti i costi.
Improvvisamente si volse nella direzione da cui era provenuta la prima voce, Sebastian, era stato lui a prendere Naestra, sicuramente era stato lui!

Tu!
Dimmi dove l’hai nascosta!


Si gettò addosso a Sebastian caricando a testa bassa per placcarlo, se fosse riuscito ad avventarsi su di lui avrebbe cercato di prenderlo a pugni in viso fino a farsi rivelare la verità.
Tutta la rabbia che aveva covato per essere stato imbrogliato dal maggiordomo, il dolore per la perdita della gamba, tutto assieme era esploso assieme al panico in una furia rabbiosa.

Dammi Naestra!
Ridammela!


Solo la sua amata avrebbe potuto calmarlo ora.

Per quanto riguarda l'infermiera, non la vide quasi neanche ma avrebbe cercato di evitarla durante la sua carica, per lui non era nemmeno una persona, solo un ostacolo.
 
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view post Posted on 29/3/2011, 16:38
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asd

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Ben svegliati. Vi trovate in ospedale. Vi ha portati qui la preside Clacher.
Sono la dottoressa Eris Triyade. Mi sono occupata io di rimettervi in sesto. Spero che vi sentiate a posto.


A quanto pare si trovava in un ospedale ed era stata la preside a portarli la.
La ragazza affermò di essere la dottoressa Eris Triyade, la persona che gli aveva curati, e a quanto pareva aveva fatto un ottimo lavoro.

La ringrazzio infinitamente.
Non sento nessun dolore e non porto nessuna cicatrice.
Ha fatto un lavoro eccellente.
E se posso permettermi vorrei chiederle un favore.
Non so quando potrei rincontrare la preside quindi vorrei che le dicesse grazie da parte mia per avermi portato qui.
Grazie ancora.


Anche parlando con una persona appena conosciuta continuava a mantenere il suo solito sorriso gentile. Era nella sua natura, ormai era qualcosa di completamente naturale.
Ad un tratto Melkor si alzò dal proprio letto continuando a ripere la prima frase che aveva detto da quando si era svegliato: "Naestra dove sei?".
Chi era questa Naestra? Dal nome pareva una ragazza, ma a quanto pare non si trovava qui. Chissà chi era...
All'improviso poi si voltò verso Sebastian, il suo sguardo non gli piaceva, aveva qualcosa che lo faceva rabrividire. Ma che cosa era?

Tu!
Dimmi dove l’hai nascosta!



Perchè proprio Sebastian? Chi era Naestra?
Sebastian ci capiva sempre di meno. Il ragazzo tentò di caricarlo, l'azione più spontanea di Sebastian fu quella di mandare avanti la propria mano destra per tentare di fermarlo in qualche modo, anche se difficilmente con una sola mano si blocca un'intera carica di tutto il corpo. Sebastian si stava preparando all'impatto quando concentrando le sue energie sul braccio per avere maggior forza possibile si formò uno strano cerchio di colore violaceo grande circa un metro.
Non voleva fare qualcosa del genere, non riusciva ancora a controllare bene la propria energia, aveva scoperto da a malapena un giorno di avere uno strano braccio. Chiunque sarebbe confuso. Ma in questo modo la carica di Melkor sarebbe stata respinta perchè si sarebbe scontrato contro questa improvvisa bariera.

Dammi Naestra!
Ridammela!



Non so di cosa lei stia parlando.
La prego di calmarsi signor Melkor!


Era deciso, non si sarebbe fatto colpire.
O almeno non ora.

SPOILER (click to view)
Non ho messo descrizione della tecnica o altro perchè mi sembra un po strano mettersi a combattere in un posto del genere, e non credo che ci verrebbe permesso asd
 
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view post Posted on 30/3/2011, 13:58
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Eris Triyade

Il paziente Michaelis era molto cordiale e tranquillo. Si era alzato a sedere senza problemi e l'aveva pure ringraziata per le cure (cosa che non succedeva spesso perché i pazienti tendono a ritenere il lavoro dei medici un atto dovuto).
« Non si preoccupi, è probabile che la signorina Clacher venga a farvi visita presto. Credo vorrà scorticarvi vivi per averle macchiato le armi di sangue. »
O almeno quello era ciò che aveva continuato a ripetere con rabbia tutto il tempo in cui era stata lì ad aiutare l'elfa.
Il paziente Kepler era in stato confusionale. Non riusciva a tornare alla realtà o al presente. Eris ne aveva visti altri in quello stato dopo aver subito un profondo shock e non era mai semplice tranquillizzarli. Soprattutto considerando che lui decise di scaraventarsi contro l'altro paziente, quasi ignorando il fatto che lei era in mezzo ai due.
« Protego. »
Se avesse continuato nella sua carica, Melkor si sarebbe schiantato contro lo scudo della maga bianca che lo divideva da Sebastian, venendo verosimilmente catapultato indietro per il contraccolpo. Se così fosse accaduto, l'elfa avrebbe lanciato un'altra magia.
« Somnus. »
Era una magia che induceva chi ne veniva a contatto a dormire o, nel caso dei soggetti più resistenti, a rilassarsi visibilmente.
Non ammetteva risse in ospedale.
 
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view post Posted on 30/3/2011, 18:42

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Rabbia.

Era stato Sebastian a portargli via Naestra, ne era assolutamente e irrazionalmente convinto, così tanto che ignorò completamente il muro di energia biancastra che si frapponeva tra lui e il suo obbiettivo fino a quando non vi si stampò violentemente contro, candendo indietro lungo disteso sul pavimento.
Fece per rialzarsi per avventarsi nuovamente sul ladro quando sentì tutta la propria ira placarsi, un vago senso di torpore lo avvolse e lo chiamava al sonno ma lui vi resistette, non poteva dormire, prima doveva trovare Naestra, poi avrebbe anche potuto riposare cent’anni.

Melkor si alzò nuovamente in piedi, l’ira visibilmente scomparsa dalla sua mente, come completamente lavata via, ma la preoccupazione per la sorte della sua inseparabile compagna era rimasta.
Si voltò a destra e a sinistra, ignorando questa volta Sebastian, che probabilmente -ora se ne rendeva conto- era messo troppo male quando erano arrivati per avergli preso la sua migliore amica.
Il suo sguardo quindi si posò per la prima volta sull’infermiera che lo aveva placato con un incantesimo, era piuttosto carina, soprattutto con quel vestitino, però non c’era tempo per queste cose, si risolse di parlare con lei, probabilmente Naestra era solo stata riposta da qualche parte…lontano da lui.

Scusi signorina, avrei una certa fretta di recuperare Naestra, ella mi appartiene e non me ne separo assolutamente mai, il non sentirla vicino a me mi crea un gravissimo fastidio, quindi la prego di portala qui da me.


Poi immaginando che lei non potesse capire il profondo legame che lo univa con la sua piccola Naestra aggiunse.

Sa, Naestra…la mia spada.

 
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view post Posted on 31/3/2011, 16:55
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asd

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La dotoressa rispose alla domanda di Sebastian.

Non si preoccupi, è probabile che la signorina Clacher venga a farvi visita presto. Credo vorrà scorticarvi vivi per averle macchiato le armi di sangue.

Molto bene, la preside voleva farli a pezzi per avergli macchiato di sangue le armi...
Non si sentiva tanto al sicuro a sapere questa notizia.

La barriera creata da Sebastian fu inutile, non perchè non lo avesse protetto ma per il fatto che ci pensò la dottoressa.
Prima utilizò una bariera che respinse Melkor, poi un'altra magia che inaspettatamente lo calmò.
Si rialzò in piedi e si guardò in giro come se stesse cercando qualcosa, poi si rivolse all'infermiera

Scusi signorina, avrei una certa fretta di recuperare Naestra, ella mi appartiene e non me ne separo assolutamente mai, il non sentirla vicino a me mi crea un gravissimo fastidio, quindi la prego di portala qui da me.
Sa, Naestra…la mia spada.



A quanto pare Naestra non era una donna come Sebastian immaginava, bensì una spada.

Naestra, che strano nome per una spada.
Mi chiedo come mai si diano nomi propri agli oggetti.
Non ne hanno assoluto bisogno.
Avere un attaccamento così morboso alle proprie cose...
Proprio non lo capisco.


Non disse nulla.
Adesso non vi era nessun bisogno di parlare.
Sebastian non capiva il perchè Melkor fosse tanto attaccato a quella spada, in fondo era solo un'arma, ne potevano esistere una inifinità di più belle e resistenti, ma forse per lui aveva un significato particolare, qualcosa che Sebastian non poteva ancora comprendere.
 
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view post Posted on 4/4/2011, 15:45
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Eris Triyade

Era contenta che le sue magie funzionassero a dovere. Essere una maga bianca dava grandi soddisfazioni. Non solo si poteva salvare le persone, a volte perfino resuscitarle, ma si potevano anche evitare delle fastidiose risse tra pazienti. Insomma, ogni medico preferiva che i pazienti con la loro permanenza nella struttura ospedaliera migliorassero e ematomi da scazzottata non era contemplati.
« La sua Naestra è posata con cura assieme ai vostri abiti in quell'armadio. »
Con un gesto della mano indicò un armadio che stava alla sinistra del letto di Melkor, verso il muro che si trovava davanti a lui. Cercò di non mostrarsi sorpresa per l'attaccamento di una persona verso un'arma, contando poi che riconosceva in quel comportamento la preside di Galbadia.
« La prego però di ritornare a letto e di lasciare l'arma dov'è. Ho dovuto riattaccarle di netto una gamba e non ho intenzione di rifarlo. Se si muovesse troppo presto potrebbe provocarsi altri dolorosi danni. »
La sua voce era gentile ma in un certo qual modo imperiosa. Era il tipo di donna che, gentilmente, sapeva farsi obbedire. Forse ai due avrebbe ricordato Zack Cross.
« Ad ogni modo potreste, voi due, togliermi una curiosità? »
Spostò il suo sguardo prima su Melkor, poi su Sebastian.
« Come siete arrivati a ridurvi in quel modo in un allenamento? Se non fosse che le vostre ferite non corrispondevano alle armi della preside, avrei pensato che la signorina Clacher si fosse sfogata con voi. »
Di solito i quasi-cadaveri arrivavano dopo un allenamento con la preside, non un allenamento tra persone "comuni".
 
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view post Posted on 14/4/2011, 17:23

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Interesse.

Ascoltò con cura e vivo interesse tutto ciò che ebbe da dire la, ora che lo notava, assai bella infermiera e poi, con fare assolutamente lento e disinvolto si diresse verso l’armadio in cui la sua spada era tenuta.
Non aveva fretta che la gamba gli si staccasse nuovamente, però doveva controllare assolutamente la presenza della sua spada.

Intanto mentre camminava, piano ma senza problemi, rispose alla domanda che la donna gli aveva posto.

È tutta colpa del maggiordomo sul letto qui accanto.
Ci stavamo allenando e dopo averlo centrato con una ginocchiata in pieno viso quel maledetto mi si è attaccato alla gamba, si è fatto uscire delle specie di lame rotanti dalle braccia e mi ha troncato l’arto di netto, a quel punto ho preso la pistola e ho provato a fargli saltare il cervello.


Poi con una leggera nota di rammarico e dispiacere.

Ma evidentemente non ci sono riuscito.


Guardava Sebastian con un certo odio, si vedeva che non gli aveva per nulla perdonato il fatto di averlo ingannato spacciandosi per indifeso, se avesse combattuto lealmente sicuramente ci sarebbe finito da solo in ospedale.
Decise che se la vita di Sebastian un giorno fosse dipesa da lui, l’avrebbe lasciato crepare, assolutamente.
 
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