Dolore.
Anche nel suo sonno agitato da strani sogni poteva avvertire che il dolore era cessato.
Stava correndo ora, con tutte e due le gambe, in una foresta senza fine, oscura come la notte e piena di esseri mostruosi e malvagi.
Non riusciva a uscire da quel luogo poiché, per quanto corresse, non riusciva a raggiungere la luce che si spandeva all’orizzonte, era perduto nel nero; alberi neri, secchi e morti gli sfrecciavano e vorticavano attorno come se volessero trattenerlo a loro e non lasciarlo mai andare via.
A un certo punto, non seppe bene come ci era riuscito, si ritrovò al centro di quella foresta oscura e vide un grande altare di marmo bianco che andava completamente a fuoco, la fiamma che lo avvolgeva era rossa come l’inferno e non certo bianca e pura ma si stava lentamente rimpicciolendo.
Rimase in quel luogo finché le lingue di fuoco rosso non si furono calmate fino al punto di lasciarlo salire sull’altare.
Dopo un poco di tempo vide che le fiamme si erano accampate su una singola colonna e per terra c’erano i frammenti bianchi e lucenti di pura energia di una gabbia distrutta, non seppe perché ma sapeva di doverla ricostruire, così si mise a raccogliere tutti i pezzi che trovò e a rimetterli assieme per rinchiudere quella fiamma rossa e distruttiva.
Ci mise molto tempo, ma d'altronde nel mondo onirico il tempo non vuol dire nulla, e completò il suo lavoro finché potè, non riuscì a ritrovare tutti i pezzi, un paio di particolarmente piccoli che si incastravano negli angoli erano meramente svaniti.
Sarebbe stato più semplice per il fuoco rosso distruggere la gabbia e divampare nuovamente in tutta la sua furia.
Riprese a camminare e questa volta fu semplice raggiungere la parte di luce, la foresta luminosa era bellissima, verde e rigogliosa oltre ogni dire, lussureggiante e magnifica, faceva piangere solo a vederla nella sua maestosità.
Continuò a camminare finché non capì con sollievo che quella foresta era molto, molto, più grande di quella da cui era appena uscito.
Arrivò al centro anche di questa e vi era un enorme altare, identico a quello precedente, ma che ardeva interamente di un enorme fiamma bianca e pura, era bellissimo a vedersi, così bello che non riuscì a trattenersi dal salirvi, con sua sorpresa le fiamme non gli fecero nulla.
Arrivato vicino alla colonna centrale del tempio, il nucleo della fiamma bianca, vide guardando il pavimento che vi erano i resti di una gabbia distrutta, completamente nera come la peggiore oscurità si possa immaginare.
Stava per capire il significato del sogno quando si svegliò di soprassalto.
Si mise a sedere con uno scatto e subito fu nel panico, non era preoccupato per dove si trovasse o perché fosse vestito in quel modo, una sola domanda affollava la sua mente assieme alla comprensione del sogno.
Dov’è Naestra?!