Una serata non da soli.

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Mighel27
view post Posted on 4/3/2011, 17:31




Arrivai al Garden... a serata inoltrata.
Una volta evitata una inutile ramanzina dalle guardie di turno, andai verso la sala mensa... morivo di fame. La sala dei Cuccioli di Drago, un nome al quanto inappropriato a mio avviso, era quasi del tutto deserta. Effettivamente l'ora di cena era passata da un pò per fortuna però, la mensa lavorava quasi no stop.

"Allora vediamo cosa mi hanno rifilato stasera..."

Una cosa era certa, da quando abitavo nel garden, il livello dei cibi che mangiavo si era molto abbassato... e prima mangiavo solo ciò, che la natura mi offriva! La cosa doveva destare in me qualche preoccupazione ma decisi, solo per quella sera, di lasciar perdere. Così dopo aver mangiato qualcosa di vagamente familiare ad una bistecca di carne accompagnate da delle patate al forno insipide, mi sdraiai sulla stessa panca sul quale ero seduto.

bhé almeno ora ho la pancia piena...

Mi godevo il silenzio della sala, cosa al quanto rara solitamente. La mia figura era nascosta dalla miriade di tavoli messi in fila uno difronte all'altro, come nelle normali mense. A testimonia della mia presenza c'era solo il vassoi con gli avanzi della mia cena, poggiato sul tavolo.

 
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view post Posted on 4/3/2011, 18:02
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Sole Rei

Era tornata tardi quella sera. La missione era durata più del previsto ma alla fine l'aveva portata a termine. Quel tipo pensava davvero che avrebbe subito un normale interrogatorio? Sole aveva scoperto tutto quel che voleva sapere e anche di più. Non che conoscere certi dettagli le piacesse, anzi. Vederli anziché semplicemente ascoltarli era peggio di quel che le altre persone avrebbero potuto immaginare, ma lei preferiva non lamentarsi. Grazie al suo dono poteva essere utile al Garden, senza sarebbe stata solo un'inutile ragazzina.
Una volta messa via Fender, la ragazzina si era diretta in mensa. Aveva voglia di mangiare qualcosa e, visto che sicuramente avrebbe trovato il posto vuoto, non si sarebbe fatta prendere dal panico. Entrò quindi nella stanza, senza accorgersi che qualcuno sonnecchiava su una panca poiché era nascosto dai tavoli.
Indossava un maglione attillato a collo alto, dei jeans stretti, dei guanti e delle scarpe da ginnastica. Il tutto era rigorosamente nero, tralasciando i lacci delle scarpe che erano rossi. I capelli neri e lunghi erano ancora legati in una treccia un po' disordinata.


SPOILER (click to view)
Per intenderci è vestita come il modello a destra.
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Mighel27
view post Posted on 4/3/2011, 19:51




Improvvisamente un rumore, mi destò...
Un rumore di passi, anche se molto leggeri. Dannazione dopo un pomeriggio di riposo passato in piedi, non avevo un momento per riposarmi, c'era sempre qualcuno a disturbare. Prima Aaliyah ora questa persona, oggi non era proprio giornata. Aprii gli occhi, ma non mi alzai, istintivamente dalla posizione in cui ero, mi voltai verso il rumore. Da sotto il tavolo, la prima cosa che vidi furono delle scarpe da ginnastica indossate con un jeans attillato... era probabilmente una ragazza.

E' destino che oggi non devo dormire...

Decisi di non alzarmi, tanto volendo o non volendo, mi avrebbe comunque notato. Ero sdraiato proprio sulla panca difronte al banco dei cibi e ai distributori. Che orario insolito, oggi non ero l'unico in ritardo per la cena.

 
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view post Posted on 4/3/2011, 20:30
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La ragazzina si mosse verso il bancone dei cibi. Cosa avrebbe potuto mangiare? Un po' di pane? No, aveva deciso di prendere peso. Doveva puntare a qualcosa di più sostanzioso. Un piatto di pasta? Già meglio. Pasta in bianco. No, anzi, meglio al pomodoro. Oppure...
Con quei pensieri arrivò praticamente a mezzo metro dalla panca dove sonnecchiava il mezzodrago senza praticamente rendersene conto. Solo il fatto che una macchia scura si frapponesse tra lei e il cibo la indusse a controllare meglio di cosa si trattava. Era una persona giovane, con le ali. Era sicura di averlo visto più volte durante quell'anno, le ali non passano inosservate. Lei sì. Nessuno notava mai un esserino ordinario come lei.
« Scusami. »
Perché si scusava? Perché la persona con le ali sembrava voler dormire e lei non voleva disturbarlo.
« Mi prendo un piatto di pasta e me ne vado subito... »
Si avvertiva nella sua voce l'imbarazzo di chi non sa come comportarsi.
 
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Mighel27
view post Posted on 4/3/2011, 21:55




Maledizione...
La sua timidezza, il suo comportamento così gentile, mi aveva fatto venire i sensi di colpa. Sospirai, poi mi alzai tornando seduto. Ero io quello nel posto sbagliato.

"No scusami tu, sono io quello fuori luogo. Questa è una mensa non un dormitorio, ti prego resta."

Quando mi alzai riuscii a guardarla bene. Era una ragazzina, molto magra, molto cupa. Lunghi capelli neri raccolti da una treccia, pelle molto chiara... un sguardo molto triste. Quegli occhi mi ricordavano i miei. Perché una ragazza così giovane, aveva già una tristezza così profonda? Ruppi il ghiaccio con una semplice domanda.

"Anche tu hai fatto tardi? O non riuscivi semplicemente a dormire?"

Una domanda banale, per iniziare a conoscerla... ancora una volta spinto dalla mia curiosità insaziabile.

 
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view post Posted on 4/3/2011, 22:10
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Lo guardò sedersi. Il suo istinto le disse di allontanarsi, per mera forza dell'abitudine. Si costrinse a non indietreggiare. Non doveva aver paura. Non lei, non ora. Ormai usciva da sola, armata fino ai denti, e interrogava le persone con il suo dono, senza temere nulla. Perché aver paura di una persona tranquilla, per di più all'interno del garden?
Lui si scusò. Aveva una bella voce, anche se forse un po' triste. Lo guardò meglio. Sembrava un essere umano, escludendo le ali. Aveva un bel viso, anche se sembrava qualcuno che non sorrideva spesso. Gli occhi erano, per lei, di uno splendido colore.
Non si aspettava una domanda, anche se semplice, e le ci volle un po' per rispondere.
« Ho... ho finito ora di lavorare... »
Alcuni ciuffi di capelli erano sfuggiti alla treccia e le erano ricaduti sul volto. Con una mano li portò dietro l'orecchio.
« Pensavo di cavarmela prima e invece... »
Non sapeva che altro aggiungere ma sentiva che restare in silenzio non era una buona idea. Le persone normali riuscivano a conversare del niente, perché lei no?
« Tu, invece? »
Incrociò le mani dietro la schiena, muovendole in modo nervoso. Non riusciva a guardarlo in volto perciò si concentrò sul suo petto.
 
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Mighel27
view post Posted on 4/3/2011, 23:34




Una ragazzina davvero introversa.
Parlare con gli altri la metteva a disaggio? O forse era intimorita da me? In un modo o nell'altro comunque, ella sembrava voler dialogare. Così molto semplicemente rivolse a me, la mia stessa domanda.

"Nel mio caso, ho ben poche giustificazioni. Era il mio pomeriggio libero, avrei dovuto riposarmi e invece mi sono messo a discutere con una... così non solo ho perso il pomeriggio, ma ho finito per fare tardi..."

...ma ammetto che la discussione è stata abbastanza piacevole.

Nelle mio volto si poteva chiaramente leggere che ero scocciato da come erano andate le cose. Gonfiai le guance come un ragazzino e sospirai ancora. Appoggia un gomito sul tavolo e poi vi appoggiai la testa. Non ero stanco, ma le cose non erano andate come volevo e ciò m'infastidiva.

"Anche tu cerchi di diventare un seed?"

Domanda scontata, visto il posto in cui ci provavamo. Ma a dire la verità, non ero sicuro della risposta che mi avrebbe dato.

 
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view post Posted on 4/3/2011, 23:50
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Aveva discusso con una. La sua donna? Non si sarebbe detto visto il tono con cui aveva detto "una". Più probabilmente era una donna che conosceva appena e a cui non dava molta importanza. In fondo però chi era lei per fare quelle supposizioni? Non era mai stata brava a leggere dentro le persone senza usare il suo dono.
Le venne da sorridere quando lo vide fare quella faccia buffa. Era così curioso vedere una tale espressione su un tipo tanto cupo.
La domanda di lui la colse impreparata. Abbassò ulteriormente lo sguardo.
« No. Nessuno darebbe la carica di seed a una debole come me. »
Le punte delle sue scarpe erano improvvisamente davvero interessanti.
« Sono qui solo per ripagare un debito, per rendermi utile. »
Doveva molto a Marcus. L'aveva accolta, le aveva promesso una cura, le aveva dato assistenza, l'aveva fatta sentire a casa e, soprattutto, non l'aveva mai fatta sentire un mostro. Nella sua infantilità era probabile che Sole avesse una cotta per l'uomo che considerava il suo salvatore.
« Tu, invece? Sei già un seed? »
 
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Mighel27
view post Posted on 5/3/2011, 00:27




Brutta domanda.
Oggi il fatto di essere ancora uno studente, me lo avevano fatto notare in troppi... si due sono troppi. Anzi, uno era già troppo. La mano che mi sorreggeva la fronte passò a coprirmi gli occhi, come se mi vergognassi della cosa. In realtà m'irritava solamente.

"No purtroppo sono bene lontano da questo obbiettivo, ma non ho fretta..."

Bugiardo.

Mentivo ad una ragazzina senza alcun motivo, stavo cadendo in basso. In fin dei conti le parole di Aaliyah mi avevano davvero irritato... ma che voleva? sono iscritto qui da solo un anno. Anche se fossi stato più forte di così, ci vuole del tempo per salire di grado... mhà, forse sono solo stanco. Ma tornando sulle parole della ragazza, qualcosa non quadrava. Come poteva rendersi utile al Garden, se non combatteva.

"Marcus non dovrebbe costringere una ragazzina a lavorare fino a quest'ora..."

Volevo approfondire la storia nel lavoro.

 
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view post Posted on 5/3/2011, 01:01
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E così non era ancora un seed. Strano, a vederlo sembrava davvero forte e preparato. Era evidente che Sole avesse bisogno di molta più esperienza per cominciare a capire come riconoscere le persone più forti. Era anche vero che, rispetto a lei, pure la panchina su cui lui era stato sdraiato era dotata di potenza distruttiva.
Alla parola "Marcus" una molla scattò dentro di lei.
« Il preside non mi costringe! »
Doveva assolutamente proteggere Marcus. Nessuno poteva toccarlo, nemmeno con le parole. Si accorse solo dopo qualche attimo di aver avuto una reazione esagerata e arrossì per l'imbarazzo.
« Lui non è d'accordo con quel che faccio... Non sa nemmeno che sono tornata a quest'ora... »
Cercò di difenderlo, dicendo comunque cose vere. Marcus non era particolarmente contento del fatto che lei uscisse da sola e andasse a svolgere missioni pericolose. Lei però era brava a scoprire se c'erano missioni da portare a termine (bastava solo toccare le persone giuste) e lui non poteva impedirle di uscire.
 
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Mighel27
view post Posted on 5/3/2011, 01:23




Teneva molto al preside.
Lo dimostrava palesemente la reazione aggressiva che aveva avuto, ma subito dopo tornò all'insicurezza che fino ad ora l'aveva caratterizzata. Così lui non era d'accordo con ciò che faceva... ma cosa faceva? Cosa poteva fare di così pericoloso, una ragazzina. La mia curiosità mi portò a spingere di più sulla questione.

"Se lui non è d'accordo con ciò che fai, non dovresti esporti in questo modo."

Se Marcus non era d'accordo, ciò che faceva era potenzialmente pericoloso. Che facesse un lavoro da infiltrata o doppiogiochista? Una ragazza simile potrebbe passare facilmente inosservata... ma alla sua età, una vita del genere sarebbe troppo. Poi perché tutto questo affetto per War?

"Come mai difendi Marcus con tanto ardore?"

Una domanda con un secondo fine. Forse se gli avessi chiesto direttamente cosa potesse fare per War mi avrebbe risposto subito, ma vista la riservatezza ne dubitavo.

 
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view post Posted on 5/3/2011, 01:34
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Alla fine la persona con le ali si dimostrò come il Preside. Tutti credevano che lei non potesse servire a nulla ma Sole l'aveva capita la sua utilità e l'avrebbe sfruttata fino in fondo. Tutto per onorare il suo debito, anche se lui non era d'accordo.
La domanda che le rivolse non era affatto attesa e le gote di Sole si infiammarono. Ricominciò a torturarsi le mani, cercando di tener sotto controllo il nervosismo. Non era abituata a fare lunghi discorsi con persone che non fossero Marcus.
« Il Preside mi ha accolta senza che niente lo costringesse a farlo. Mi ha dato una casa e una... speranza. »
Sì, la speranza di poter essere una persona normale. Certo, ormai al suo dono non avrebbe rinunciato ma non le sarebbe dispiaciuto poterlo controllare a piacimento e non subirlo ogni momento.
« Devo ripagare il mio debito. »
Alla fine non aveva avuto nemmeno lo stimolo di mentire. La sua devozione per Marcus era, a suo dire, normale e non se ne vergognava. Si vergognava piuttosto del fatto che per Marcus non provava solo devozione. Rientrava nella sfera delle sue fantasie. Questo era imbarazzante. Per fortuna non c'era affatto bisogno di renderlo pubblico.
 
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Mighel27
view post Posted on 5/3/2011, 01:55




Una rifugiata allora...
Era comprensibile tutta questa ammirazione per Marcus. Infondo per gli uomini avere una casa, un punto di ritorno, era molto importante. A quanto pare però, questo tipo di desideri, mi erano incomprensibili. Per me, il mondo è la mia casa. Non ho bisogno d'altro.

"Capisco, il preside ti ha dato una casa, quindi... "

Si ma ancora non aveva detto cosa realmente m'interessava. Dopo ciò che aveva detto, la prossima domanda fu automatica.

"...come intendi ripagare il tuo debito?"

Mi avrebbe risposto? Oh avrebbe evaso la domanda. Speravo in una reazione positiva. Il debito di cui si era fatta peso, esisteva solo nella sua testa. Conoscendo Macus, l'aveva aiutata solo per pura bontà d'animo. Anche per questo, probabilmente, lui non era d'accordo per ciò che faceva...

 
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view post Posted on 5/3/2011, 19:42
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Forse si sarebbe dovuta aspettare quella domanda. Era stata avventata a rispondere alle sue curiosità precedenti, non aveva pensato a cosa avrebbero portato. Ora però cosa poteva rispondere? Si morse il labbro inferiore, indecisa sul da farsi.
« Beh.. portando a termine... dei lavori... »
Si portò i capelli dietro le orecchie con gesti nervosi. Non le piaceva quella situazione. Si mosse quindi, impacciata, ed andò dietro al bancone dei viveri. Si prese un piatto e ci mise sopra un po' di pasta fredda. Non sapeva cos'altro dirgli perciò muoversi, compiere delle azioni le pareva la cosa migliore da fare per non essere troppo imbarazzata e per non fargli vedere che non voleva rispondere.
 
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Mighel27
view post Posted on 5/3/2011, 20:37




Era facile intuire che non ne voleva parlare.
E infondo perché costringerla... se avessi calcato ancora la mano, probabilmente avrei ottenuto il risultato opposto. Così cercai di tranquillizzarla, minimizzando la cosa .

"Se non n vuoi parlare, non c'è problema. La cosa non è importante, ognuno ha i suoi piccoli segreti."

Ridacchiai un pò fra me e me, poi cercai di cambiare momentaneamente discorso.

"Ah ma che sono maleducato, è un pò che parliamo e non mi sono neanche presentato. Il mio nome è Samuel Night, piacere di conoscerti."

Mi alzai in piedi e con la mano sul petto gli feci un lieve inchino. La vecchia scuola di buone maniere, ormai largamente in disuso. Cosa al quanto triste, non si dovrebbero dimenticare cose del genere.

 
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27 replies since 4/3/2011, 17:31   159 views
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