| Certo, però, che non lo si può toccare il padrone. A quanto sembra non ama che si metta in discussione la sua autorità. Peccato non sia un giocherellone, ma ci sarà tempo … Ad ogni parola del Comandante quel pensiero si rafforzava sempre di più. “Dovrò, in altri termini, testarti” Il sopracciglio sinistro si alzò spontaneamente a seguito della frase. Una volta che il Demonio terminò il discorso, Ivy fece qualche passo avanti, avvicinandosi alla scrivania. “Mio Comandate sarò lieta di esaudire la vostra curiosità, però il viaggio è stato lungo e io sono spossata … le dispiace se mi accomodo?” E senza neanche aspettare la risposta, si sedette affianco all’angolo della scrivania accavallando le gambe. Se neanche questa volta si sarebbe adirato, allora Ivy avrebbe avuto la conferma che aveva a che fare con un osso duro. Voltando il viso sulla spalla sinistra per osservare in volto l’uomo, incominciò: “Vuole sapere cosa mi ha spinto qui? – ruotò di nuovo la testa dando così le spalle, mentre la voce assunse improvvisamente un tono serio – Potrei dire, come molti altri che saranno venuti al suo cospetto, che desidero il potere, che ho sete di distruzione e sangue, ma qui mi ci ha spinto la voglia di autodistruzione. Il mio cuore è stato straziato, dilaniato e la mia anima divisa a metà e divorata da luce e oscurità. In due anni tutto ciò in cui credevo, tutto quello che mi era stato, fino ad allora, insegnato perse ogni importanza, mentre io scivolavo verso l’oblio. Ho ucciso più persone io in due anni che una guerra in decenni. Chiunque mi si parava innanzi, donne, vecchi, bambini, padri di famiglia, chiunque moriva; e le loro grida strazianti di dolore erano per me fonte di un piacere indescrivibile. Ma terminata l’euforia iniziale, pian piano mi resi conto degli orrori che avevo causato, di quello che ero diventata ben comprendendo che non potevo più tornare indietro. La mia lama, una volta assaggiato il sangue di innocenti, ne reclamava ancora e ancora e io non sapevo, non volevo fermarmi. Poi un giorno capii e rassegnata aspettai la mia morte, ma nulla successe, niente riuscì, o meglio, nessuno poté uccidermi. Così da allora vago in cerca di colui che un giorno porrà termine alla mia vita. Ma fino a quel giorno ho deciso di divertirmi e quale posto migliore della Fortezza dei Demoni per trovare una scusa qualunque pur di uccidere?”. L’ultima frase Ivy la pronunciò tornando al tono scherzoso, come se quelle parole da lei prima pronunciate non fossero mai uscite dalla sua bocca. Rimase in silenzio e ancora nella sua mente si fece vivo il ricordo di una figura corvina, la cui voce la incantava e terrorizzava allo stesso tempo.
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