| Vladek era in piedi davanti al Demone infermiere, una minuta succube minore a cui, apparentemente, piaceva molto tastare gli uomini. Coerentemente, va detto. La sua tunica era sulla sedia vicina, e lui osservava la succube, con il sopracciglio destro alzato. Deharbail, disse. Ricordami esattamente il motivo per cui sono qui, ti spiace? Deharbail D'Oyab, questo il nome completo del demone, girò dietro la schiena del warlock, tenendogli la mano sinistra sul braccio destro. Mi permetta di farle notare, Signore, che ha tagli, abrasioni, lividi e croste un pò ovunque. E' mio parere che lei richieda un intervento medico immediato. Intervento medico immediato? Per dei tagli e dei lividi? Stai esagerando. Deharbail, intanto, continuava a muovere la mano sulla schiena del Comandante Supremo. Curiosamente, sembrava scendere sempre più. Assolutamente no, Maestro. Non bisogna sottovalutare le proprie ferite, soprattutto quando si fa una vita attiva e pericolosa come la sua... Che però, devo dire, le ha lasciato alcune cicatrici molto sexy. Vladek assunse un'espressione vagamente interrogativa. Peraltro, vedo che anche le sue gambe sono piene di tagli e ferite varie... Le suggerisco di togliersi i pantaloni e sedersi, aggiunse, con un tono di voce alquanto malizioso. Vladek alzò gli occhi al cielo. Di nuovo. Quella succube flirtava con lui ogni sacrosanta volta, e, apparentemente, aveva una prediliezione nei suo confronti. Certamente questa era una buona cosa: significava scarsissime (se non nulle) possibilità di tradimenti da parte sua. D'altra parte, però, la cosa tendeva a disturbarlo. C'era un momento adatto per tutto, Vladek ne era convinto, ma Deharbail trovava sempre il momento peggiore possibile. Infermiera, la richiamo all'ordine. Non è il momento nè il luogo. Peraltro, queste ferite sono minime - una notte di sonno e non rimarrà nemmeno un segno. Notte di sonno, certo! Sono d'accordo. Ho un letto molto comodo e caldo, e... Anche io, D'Oyab. E non sento il bisogno di compagnia, ora come ora. Ne è sicuro, Maestro? E domani sera, allora? O dopodomani? Vladek sospirò, mentre si rimetteva la tunica. Dopodomani sera. Tra le nove e mezzanotte. Camera mia. A patto, però, che lei si concentri sul suo lavoro, siamo intesi? Certamente, Maestro!, cinguettò lei allegra. Per almeno due settimane, D'Oyab. Non posso permettermi di mettere la Fortezza in predicato per una succube eccitata, sono stato chiaro? Deharbail strinse le labbra. Due settimane era tanto, per i suoi bioritmi. Era abituata a lancira i suoi assalti ogni due giorni. Ma, come si suol dire, volere o volare. D'accordo, Maestro. Farò del mio meglio. Sarò meglio. Lo sai che non avrei problemi a risolvere il problema alla radice. Si riallacciò la tunica. Si sentiva a suo agio, con quella addosso. Altro? Ci sono novità degne di nota? Ahhh... Sì. La resurrezione del nuovo arrivato è compiuta. Mi sono assicurata di rimettere quel bel faccino a posto. E' nella stanza qui accanto. Non sono la sua balia, succube. Sa combattere, saprà certamente anche camminare e rimanere da solo, no? Ma le direttive? Quelle che bisogna riferire a tutti i nuovi arrivati? Quelle direttive vengono stampate su comodi opuscoli apposta per non farmi venire qui ogni volta... Ma, d'accordo. Sono già qui, a questo punto tanto vale riferirle di persona. Entrò nella stanza vicina, seguito dall'infermiera. Jess era ancora addormentato. Sperava che si sarebbe svegliato velocemente. Aveva un sacco di cose da fare... Per prima cosa, doveva farsi rammendare la tunica.
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