AAA lavoro cercasi.

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view post Posted on 12/2/2010, 11:36
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Uno dei posti migliori per trovar clienti è sicuramente la Sala Comune. Da essa infatti passano più o meno tutti i soldati "in pausa", che potrebbero quindi cercare "l'esperienza lavorativa" di Cecilia. Non ce n'era poi così bisogno. Nei giorni precedenti aveva visto che, una volta sparsa la voce, i clienti arrivavano comunque, ovunque lei fosse e indipendentemente del fatto che i soldati stessero lavorando o meno. Lei, però, non voleva dar rogne al preside, che sicuramente non avrebbe apprezzato che le guardie abbandonassero i loro posti
Quel giorno indossava un vestitino corto verde, con le maniche corte. Ai piedi calzava delle scarpe basse, color argento, che terminavano a punta ed erano assicurate alla caviglia con un cinturino. I capelli erano raccolti in una coda alta tenuta unita da un elastico a forma di fiore verde. Il collo, invece, era accarezzato da una collana d'argento, il cui ciondolo, una catenina con tanti piccoli pendaglietti, le finiva quasi in mezzo ai seni. Perché, nonostante il clima non particolarmente caldo, continuava a indossare abiti estivi? La gonna era d'obbligo nel suo lavoro...
Cecilia era seduta comodamente su una sedia, a gambe accavallate, e leggiucchiava un libro. Non era una lettura particolarmente interessante ma in qualche modo doveva pur passare il tempo. Per questo aveva tirato fuori da un Loch l'mp3 e con la testa teneva il ritmo della canzone che in quel periodo ascoltava in continuazione. Si era comunque posizionata vicino al caminetto, fortunatamente acceso, così non correva il rischio di congelare. All'interno della struttura c'era una temperatura gradevole ma non abbastanza se sei poco coperta.

 
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heven
view post Posted on 12/2/2010, 15:28




Era passato qualche giorno dalla fine della sua degenza in infermeria,causa 'allenamento'. Aveva deciso di rilassarsi un pò. Per farlo le bastava leggere. Leggere le permetteva di liberare la mente (il che portava a mettere a tacere anche la sua voce interiore...). Detto fatto si diresse all'ascensore. Premette il pulsante corrispondente al piano della sala comune e si appoggiò alla parete di fondo dell'ascensore. Le ferite alla schiena dolevano un pò meno, per quello ci sarebbe voluto ancora del tempo. Un segnale acustico l'avvisò che aveva raggiunto il piano desiderato. Per lo meno era una persona che portava vestiti comodi. Indossava una maglia nera a maniche lunghe senza scritte, di un tessuto caldo, un misto lana cotone. Portava dei pantacollant neri, questi in caldocotone, accompagnati da dei calzetti-collant neri. Insomma se non si era capito era una persona freddolosa e per di più amante del nero. Uno yukata nero con scritture in color oro la copriva ulteriormente. i capelli erano lasciati sciolti. Portava delle scarpe comode, delle ballerine, anche queste nere.
Le porte dell'ascensore si aprirono.La stanza in cui entrò non era molto fredda, doveva ammetterlo, ma quando vide il camino....beh le sembrò d'essere entrata in paradiso. Entrò nella stanza e notò a malapena che vi era qualcuno seduto vicino il camino. Si girò verso lo scaffale con i libri e, trovatone uno di suo interesse, lo prese per poi dirigersi verso il camino. Avvicinandosi prese coscienza che veramente vi era qualcun altro. Si sedette dalla parte opposto accennano un 'giorno'. Prese posto su una poltrona e vi sprofondò contenta. Le sue ferite non dolevano e lei si sentiva in pace. Aprì il libro, accavallò le gambe, sprofondò un pò di più nella morbida poltrona e cominciò a leggere.

'ehm Yuki.... hai visto chi c'è seduto di fronte a te?' - come mai la voce 'noiosa' era ritornata all'attivo? quando leggeva non doveva essere lasciata in pace? Stava per auto rispondersi quando il suo corpo, in automatico, andò a controllare meglio. Alzò un sopracciglio sorpresa.

' e lei che ci fa qui?'

Insomma, lei e Cecilia si erano incontrate anni e anni addietro. La prima volta fu quando Aka-sensei aveva ordinato e imposto che i due si fermassero in una tranquilla cittadina (così definita da Akasuna....). Si fermarono in quello che si poteva chiamare un centro terme. Le era sembrata una cosa molto genitle. Le terme c'erano. Il cibo era decente, il soggiorno era pagato dal sensei..... Cosa si poteva chiedere di più?
POI le era venuto in mente perchè il suo insegnante aveva voluto essere così generoso.
In particolare, la prima sera, Aka-sensei aveva chiesto a Yuki di rimediare un tè e lei era scesa a chiedere. Dopo aver rifiutato cinque o sei avance ( di cui non voleva ricordare nè il fine nè chi gliele avesse fatte) era tornata tranquilla in stanza di Akasuna...per richiudere immediatamente la porta e dirigersi, furiosa, verso la sua stanza. ma non poteva avvertire, chiaro e tondo, del fine del loro soggiorno?

'si...e ti ricordi che bevesti tanto tè da rimanere sveglia tutta la notte e farti a letto il giorno sucessivo?' -ecco appunto.
 
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view post Posted on 12/2/2010, 16:27
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Non fu il "giorno" che le venne rivolto a farle alzare la testa. Con le auricolari nelle orecchie non l'aveva nemmeno sentito. Fu piuttosto la sensazione di essere osservata. Era qualcosa di istintivo ma tanto bastò a farle interrompere la lettura per dare una risposta a quell'interrogativo. Un sorriso le si delineò in volto quando vide che si trattava di una bella ragazza. Le ci volle un po' per ricollegare a quel volto vagamente famigliare un nome...
« Yuki! » esclamò mentre con un movimento fluido della mano si toglieva una cuffietta per poter sentire le eventuali parole della mezz'elfa.
Decisamente non si aspettava di trovare quella ragazza al Garden di Trabia. L'aveva incontrata una volta sola, decisamente di sfuggita e prima ancora di incontrare Dan, ma il viso imbronciato della maga era indimenticabile. Il nome e la sua storia poi le erano stati comunicati da Akasuna, mastro della mezz'elfa e cliente per una notte di Cecilia. Ricordava appena come si erano svolti i fatti. Rammentava però dove il tutto era avvenuto. Era alle terme. Difficile scordare un particolare tanto piacevole. Rimembrava, inoltre, che Yuki avesse sorpreso lei e il suo maestro mentre facevano sesso nella camera di lui. Akasuna comunque aveva preso con molta filosofia l'accaduto, probabilmente non era la prima volta che capitava. Cecilia si era quindi chiesto se quella Yuki provasse qualcosa di più per il maestro al di là del rispetto ma non aveva avuto motivo per indagare.
« Non pensavo di incontrarti qui! C'è anche Akasuna con te? » domandò spegnendo il lettore mp3 e togliendosi anche l'altra cuffia dall'orecchio. Con rapide occhiate perlustrò la sala in cerca del maestro. La sua attenzione tornò poi sulla ragazza. Era cresciuta e si era fatta proprio bella. Purtroppo sentiva già che non era il tipo da andare con prostitute e che probabilmente non sarebeb nemmeno andata con donne. Che peccato.
 
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heven
view post Posted on 12/2/2010, 16:53




Gli occhi di Yuki divennero cupi per un momento e guardò verso le mani giunte in grembo, una delle quali reggeva il libro, ora chiuso.

<<no non c'è Akasuna-sensei con me.>> Non seppe perchè, ma arrossì un pò a ricordare il suo maestro. Sperava tanto fosse ancora vivo, da qualche parte. Chissà ...
<<diciamo che è da un pò che non ci vediamo, ecco. Non so nemmeno se sia vivo o morto.... Beh per lo meno per qualcosa è memorabile quel baka!>>disse con un sorriso amaro, guardando, ora, il fuoco. Il rossore si confuse con il riverbero della luce del fuoco sulla pelle. Per poi scomparire del tutto.

<<E per quanto riguarda me sono qui da poco. Voi come state? E, sinceramente, è strano vedere voi qui. Se mi è concesso.>> chiese alzando lo sguardo di nuovo verso Cecilia e accompagnando la domanda con tono pacato, educato e con un gesto vago della mano. Lei, Cecilia, sembrava la stessa di tanti anni prima. Poi, le venne da chiedersi come mai dava del voi invece che del lei. Beh... forse poche ed elementari nozioni di bon ton le aveva imparate. Mentre pronunciava le ultime parole si mise a posto le maniche dello yukata per poi tornare a guardare davanti a sè.
 
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view post Posted on 12/2/2010, 17:24
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SPOILER (click to view)
Oh, quanto è figo quell'Akasuna. XD


Non le sfuggì quello sguardo un po' triste che puntò poi verso le mani. Si chiese come mai una ragazza che sprizzava combattività da tutti i pori reagisse in quel modo. La risposta gliela diede proprio Yuki. E così quel bel ragazzo che era Akasuna non viaggiava più con la mezz'elfa... Cecilia trovò la cosa curiosa perché l'Akasuna che lei ricordava aveva uno sguardo davvero fiero quando parlava di Yuki. Difficile pensare che l'avesse lasciata da sola, non dando nemmeno più sue notizie. In fondo però gli anni cambiano le persone e con un'avventura di una notte non poteva pretendere di aver ben inquadrato quell'uomo. Era comunque chiaro che la ragazza non glielo avesse perdonato quell'"abbandono".
Poi passò alle domande di circostanza. Era curioso che le desse del "voi". Cecilia era più giovane di lei e non ricopriva alcuna carica, quel formalismo non era giustificato. Doveva esser qualcosa che veniva naturale alla maga.
« Sono giunta da poco anche io. E avete ragione a stupirvi della mia presenza, non sono proprio utile in un campo di battaglia » ammise, con un sorriso divertito. In effetti, una maga verde da sola era abbastanza inutile. E come guerriera lasciava molto a desiderare.
« Diciamo che in questo luogo i clienti non mancano... »
Lasciò volutamente la frase in sospeso, sicura che Yuki l'avrebbe compresa benissimo.
« Dammi comunque del tu, non c'è motivo di usar formalità con una come me » aggiunse facendole l'occhiolino. Il fatto che fosse una prostituta abbastanza ninfomane non le impediva di essere amichevole con chi non era un suo "obbiettivo".
« Immagino che tu abbia incontrato il preside Counter, al tuo arrivo. Che ne pensi di lui? »
La domanda venne posta con lo stesso tono con cui si domanda che tempo c'è fuori. In realtà era curiosa di avere un altro parere femminile su di lui. Qualcosa di quell'uomo la intrigava in modo particolare ma non riusciva a trovare ragioni diverse dal fatto che a letto le ricordasse Dan e sentiva che quella motivazione non rendeva giustizia a Medison.
 
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heven
view post Posted on 12/2/2010, 17:59




<<beh...ehm...L'ho trovata una persona gentile. Insomma mi ha portata in infermeria appena arrivata.
Potevo rimanere al freddo e morire assiderata. Diciamo solo che...beh si fa prendere dai combattimenti, nulla di più. Da una parte è stata anche colpa mia.
Verso la fine credevo di lasciarci le penne! Diciamo, sì...una persona responsabile e gentile, e ...assomiglia a...beh nulla di importante...>>
disse muovendo nuovamente la mano destra in un movimento vago davanti a sè.
<<ecco tutto. Vedo che te la sei cavata comunque fino ad adesso. Hai vagabondato pure tu?>>
Era proprio vero. Quel formalismo era quella cosa che non riusciva a cambiare di sè. Serviva, indubbio, ma ogni tanto forse era fuori luogo?
Il discorso su Akasuna le riportò alla memoria l'ultima volta che aveva visto Akasuna. Stavano combattendo contro chissà che cosa. Era svenuta per aver consumato quasi tutte le sue energie. Era svenuta e si era risvegliata in una camera piccola, riscaldata da una stufa a legna. Le era stato detto che era stata trovata e portata lì per essere curata. Oltre a lei non c'era nient'altro o nessun altro. Dunque di Akasuna che ne era stato? Sentiva, nel profondo, che non era morto. La stessa sensazione l'aveva per Gabriel. Probabilmente era solo un'illusione.
Mentre la mente vagava, un parte di esa cercava di mantenere il contatto con la realtà.
Stranamente la parte 'sarcastica' della sua mente sembrava essere svanita. Riacquistò attenzione mentre attendeva la risposta dell'altra ragazza nella stanza.

SPOILER (click to view)
concordo su Akasuna....XD
 
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view post Posted on 12/2/2010, 19:28
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Dal discorso di Yuki, Cecilia poté capire che era stata portata in infermeria da Medison perché aveva rischiato l'assideramento (cosa non difficile visto il clima che c'era all'esterno). In più il preside aveva dimostrato il suo lato battagliero. Sicuramente lo aveva fatto per testare le capacità della ragazza e la rossa era certa che la mezz'elfa avesse dimostrato grande valore. Non aveva nulla su cui basare quella certezza, se non alcuni vaghi ricordi delle parole del suo maestro. Yuki comunque cominciò a dire qualcosa riguardo una certa somiglianza tra il preside e qualcun altro ma lasciò la cosa in sospeso. La mezza demone si ripromise di tornare al più presto su un argomento così intrigante.
« Ho cominciato da poco a cercar clienti in giro per il mondo. Sarà un anno.. »
Era meno di un anno, sapeva precisamente quanto era passato. Non era il caso di mostrare quanto maniacalmente tenesse il conto del tempo trascorso senza Dan. Tra poco sarebbe stato l'anniversario della sua morte e ancora non sapeva come avrebbe potuto ricordarlo. Forse una giornata di astinenza? Sembrava una cosa troppo stupida e priva di valore in confronto a quanto avrebbe meritato il warlock...
« Ad ogni modo... chi è che ti ricorda il preside Conuters? Il tuo ragazzo? »
La voce era più che maliziosa e lo sguardo complice completava il quadro. Non avrebbe lasciato correre, era certo. Puntellò i gomiti sulle ginocchia e si sporse verso la ragazza, dimostrando tutta la curiosità che sentiva dentro. Sarebbe stato strano se a entrambe lui avesse ricordato l'amato e, nel caso, sarebbe stato d'obbligo scoprire cosa ci fosse di simile tra Medison e l'uomo di Yuki.
 
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heven
view post Posted on 13/2/2010, 13:49




Yuki si ritrovò ad appoggiare il libro su un tavolino lì vicino, quasi gettandolo. Riportò poi la schiena verso lo schienale della poltrona, accavallò le gambe, appoggiò il gomito sinistro al braccio della poltrono e sulla mano, chiusa a pugno, appoggiò la tempia. Alzò un sopracciglio alla curiosità della mezzo demone-ninfa davanti a lei.
Yuki, distrattamente, si era fatta scappare forse un pò troppo. Ora voleva sapere a chi assomigliasse Medison. La posizione, il sorriso, lo sguardo emanavano pura cusiosità. Non si sarebbe fermata, probabilmente solo a sapere chi le ricordava il preside. Chissà...

'forse ci puoi giocare un pò....' disse la ben nota voce - e forse era ora di darle un nome....-
'sarebbe troppo cattivo....e poi a me non a fatto nulla'
'eddai...così ti diverti un pò...prendila alla larga'
'sei malefica...M-A-L-E-F-I-C-A!'
'sì...è una delle mie qualità!' rispose, scrollando innocentemente le spalle.

<<beh..una persona che conobbi tanto tempo fa....beh...diciamo più o meno...oh orsù...la mia povera memoria mi fa difetto>> disse mimando il sorriso della ragazza davanti a lei, dopo che una risatina divertita le era sfuggita dalle labbra. Poi riacquisì un pò di compostezza. Non che ricordare Gabriel la facesse ridere. Probabilmente era solo un modo per esorcizzare, per lenire quel ricordo. Chissà se era vivo pure lui...oppure era caduto vittima, come tutti gli altri, di quel massacro?
Nel rispondere, prima, aveva sciolto le gambe, aveva appoggiato i gomiti ad esse e, incrociando le dita, vi aveva appoggiato la testa sopra. Lo sguardo era divertito. Era divertita dalla curiosità che la sua vita sentimentale poteva riscuotere in un'altra persona. Di sicuro era un diversivo utile e tirava sul il morale. Perchè, diciamocelo, la neve le piaceva...ma un pò di sole ogni tanto non avrebbe fatto torto a nessuno. Oramai aveva paura di dimenticarsi com'era fatto il sole.
 
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view post Posted on 13/2/2010, 16:13
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Che la ragazza stesse glissando sull'argomento era più che palese. Si era pentita di aver parlato troppo e ora cercava di rimediare. Non aveva però capito con chi aveva a che fare.
La rossa osservò gli occhi di Yuki evidenziando il fatto che non credeva affatto a quel che aveva appena sentito. Se davvero le avesse ricordato una persona conosciuta tempo addietro, non avrebbe dovuto aver alcun problema a parlarle. Se si era imbarazzata, doveva aver pensato a qualcuno del suo presento o, comunque, qualcuno che per lei contava. Il che le faceva sempre più pensare a Dan ma la curiosità era tanta e decise che avrebbe fatto i conti dopo con i sensi di colpa che ne sarebbero risultati lasciando che il pensiero del suo Warlock si facesse strada nella sua mente senza scacciarlo.
« Non insultare la mia mente così a incline al pettegolezzo. »
Il tono era chiaramente scherzoso, anche se fingeva una serietà che non aveva e che per un argomento del genere sarebbe sembrata fuori luogo.
« Piuttosto dì che non ne vuoi parlare... »
Era una chiara provocazione.
Se Yuki avesse effettivamente ammesso di non volerne parlare, avrebbe significato che era qualcuno di importante per lei di cui non voleva rivivere il ricordo, altrimenti non avrebbe avuto senso tacere.
Se invece avesse risposto finalmente con la verità, avrebbe lasciato intendere che era qualcuno di importante di cui non si vergognava ma che considerava "personale".
Avesse continuato con le evidenti bugie, Cecilia avrebbe intuito si stesse solo divertendo a prenderla in giro.
 
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heven
view post Posted on 14/2/2010, 14:00




<< Oh, suvvia, signorina Cecilia. Non è educato premere su argomenti che ritengo personali. Mi dispiace aver citato qualcosa che abbia alimentato il fuoco della vostra curiosità. Diciamo che non mi è facile parlare di questo. Sì, lo ammetto.
Una cosa ti posso concedere: Quando vidi per la prima volta il Preside stavo per svenire. Poi lo rividi in infermeria e mi colpì la somiglianza con questa persona, da me...conosciuta. Tutto qua.
Voi, piuttosto. Questa vostra curiosità di sapere se il Preside assomiglia a qualcuno da me conosciuto, ditemi, non ricorda a voi nessuno?>>

Come al solito, questo cambio, questa deviazione di un'intenzione primaria, della linea del discorso avveniva per Yuki ogni qual volta si lasciasse, anche minimamente, influenzare dalla sua parte oscura.
Sinceramente non sapeva nemmeno lei perchè era così restia nel dire, apertamente, che Medison le ricordava Gabriel in un modo tale da farle male. Combatterlo non le era stato facile. Poi, probabilmente, il'istinto di sopravvivenza si era fatto sentire.
Ma questo la portava fuori dal binario principale.
Perchè non voleva ammettere che assomigliava all'uomo che amava?
Cos'avrebbe cambiato? Tanto, comunque, la memoria di lui non sarebbe svanita con un semplice passare del tempo...
Sarà stata solo una mezz'elfa, ma il che non la privava di una buona memoria. Forse, per questo, avrebbe preferito che dominasse in lei la parte umana.
Il camino scoppiettava accanto a lei. Era un ritmo piacevole e rilassante. Le ricordava le serate in cui lei ed Akasuna riuscivano a trovare un caldo e decente rifugio e parlavano. Parlavano molto. Si era incredibilmente affezionata a quell'uomo.
Santo cielo! Era proprio un disastro in fatto di uomini. Due erano i più importanti e due era riuscita a perderne e non aiutarli, non salvarli, non proteggerli. Era lì al caldo, protetta, aveva deciso di entrare nel Garden. Forse sarebbe stato meglio ritrovarli restandone fuori.
Sinceramente, ora, si sentiva anche un pò bambina.
Le indecisioni non erano per le persone mature. Poteva esservi rifrlessione, ma non indecisione. In questo mondo, se sei indeciso, vieni ucciso.

'ma da quando in qua sei così filosofica nei pensieri, di grazia?'
'Ma tu taci che hai fatto già abbastanza danni. Sai vorrei capire che botta in testa madornlae devo aver preso per essermi ritrovata con te che gironzoli nella mia mente....'

'personalmente credo sia un difetto di nascita....'
'sai credo che potrei considerarmi offesa....'
'la verità fa male...' - rispose la parte oscura - ma non ricevette alcuna risposta. D'altro canto qualsiasi risposta sarebbe stata incentrata su un insulto alla stupidità ed insultare se stessi non porta mai ad aumentare l'autostima, neh?
 
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view post Posted on 19/2/2010, 09:45
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Era maledettamente formale in quella sua risposta, tanto da essere fastidiosa. Il modo canzonatorio con cui parlò fece intendere a Cecilia che riteneva davvero molto personale il parlare di quella persona, soprattutto se si consideravano le stesse parole della ragazza: "stava per svenire". Era comunque terribilmente interessante. Era il momento di lasciar cadere l'argomento, tornandoci un'altra volta e sperando in una risposta migliore e più eloquente.
Ecco, come non detto. Yuki ora aveva spostato l'attenzione sulla rossa, rimanendo in tema. Chi le ricordava Medison? Non era facile dire che, a letto, le ricordava Dan, il suo amato. Sapeva che era ingiusto nei confronti del preside un paragone del genere e probabilmente non era giusto nemmeno nei confronti del warlock. Era confusa da ciò che provava per l'uno e ciò che stava cominciando a provare per l'altro. Lei, che aveva giurato di non legarsi più a nessuno, doveva combattere con il suo bisogno di affetto che Medison poteva colmare.
« Una persona che conoscevo. »
La risposta fu breve, assolutamente vera, con qualche omissione. Il tono era tranquillo, anche se dentro si stava maledicendo per aver declassato Dan a "persona che conosceva". Il motivo, comunque, per cui non aveva detto la verità stava nel fatto che non voleva parlare di lui. Già pronunciare a voce alta il suo nome era doloroso, figurarsi a fare un discorso completo.
« Ad ogni modo, in cosa ti sei specializzata? Sei una maga, no? »
L'intento di voler cambiare argomento era più che evidente. Con la domanda voleva arrivare ad temi più lieti e meno personali. Era comunque curiosa si sapere quale fosse la caratteristica di Yuki. Ricordava, vagamente, che Akasuna le avesse detto che era una maga ma non rammentava di che tipo.
 
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heven
view post Posted on 19/2/2010, 11:37




Per quanto Yuki cercò di non lasciar trasparire, forse un pò di sollievo da quel cambio di discorso fu ben accolto. Anche lei era divenuta curiosa dalla loro precedente discussione. Poteva un uomo distruggere il suo costruito autocontrollo? Beh prima di giungere al Garden credeva non ne esistesse uno. Eppure così era successo. A quell'uomo aveva raccontato un trauma della sua vita solo per una sua somiglianza con l'uomo che amava?
Ebbene sì. Ed era ancora lì a rimurginarci sopra. I fatto che il Preside avesse scatenato i ricordi di una ltra persona la incuriosiva. Per poi non metterci la sua voce interiore Kyuuko. Di sicuro neppure questo l'aiutava. Si perchè, nel caso non fosse di dominio pubblico, finalmente le aveva trovato un nome. E cosa di meglio se non 'vecchia conoscenza'?
Comunque era grazie a lei se entrambe ora si trovavano addolorate e a disagio. Il fatto che Cecilia avesse trovato il modo di cambiare discorso la metteva in buona luce. Aveva guadagnato un punto. E si meritava il tono che la rossa aveva usato con lei.
Perciò si apprestò a rispondere alla domanda fattale:

<<sono una maga rossa. Un essere impefetto in razza e magia! Una sintesi imperfetta secondo le classificazioni. Però è cio che sono e lo devo accettare. Per la specializzazione sto potenziando la mia abilità innata nel controllo del vento. Akasuna mi stava aiutando prima...prima che fossimo attaccati e che perdemmo traccia l'uno dell'altro>>
 
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view post Posted on 22/2/2010, 10:40
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Non era pratica di magia verde (la sua), figurarsi di magia generale. Di sicuro però non le sarebbe mai venuto in mente di definire un mago rosso "essere imperfetto". Ad ogni modo Yuki sembrava non dar peso a quella definizione e questo era un bene. Anche Cecilia non dava peso a come definivano lei, in fondo lo era.
Il controllo sul vento era una specializzazione curiosa, oltre che una potente arma. Bastava pensare al fatto che un tenue e piacevole venticello poteva trasformarsi in un terribile uragano. Decisamente un mago rosso era più utile di un mago verde. Ma quella volta le erano piaciuti tanto i Loch che alla fine si era specializzata su quelli.
Nonostante avesse visto Akasuna solo una volta, le dispiacque saperlo scomparso dopo un attacco, soprattutto perché era chiaro che Yuki ne sentiva tantissimo la mancanza. Probabilmente era per lei un padre, una guida. Avrebbe giurato che il loro rapporto non fosse come quello che c'era stato tra lei e Dan. Ad ogni modo aveva scelto un altro argomento che portava dolore, andava nuovamente cambiato. A cosa poteva puntare?
« Come ti trovi qui? Voglio dire, i soldati fanno i bravi? » chiese gentile con una punta di malizia.
Sapeva (e sperava) che i soldati si comportassero bene con Yuki, visto che i loro istinti potevano sfogarli con lei. Immaginava che, per chi il sesso occasionale non lo cerca, le attenzioni possono essere più che fastidiose.
 
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